Ad Arzachena il Parco archeologico aperto tutto l’anno

 La “struttura” del Parco si compone di sette siti.

Gestito dalla società Ge.Se.Co, il Parco Archeologico di Arzachena si compone di sette siti visitabili che fanno da corona al paese smeraldino. La “struttura” del Parco si compone di sette siti: Albucciu, Coddu ‘Ecchju, la Prisgiona, Malchittu, Moru, Li lolghi e li Muri, tutti con caratteristiche diverse fra loro.

I siti archeologici presenti in località Malchittu beneficiano della loro posizione strategica; l’ufficio-biglietteria ivi presente è, in primis, punto di arrivo, ma soprattutto punto di partenza per gli altri siti. Qui ai visitatori viene illustrato, come del resto nelle altre biglietterie, il Parco e le peculiarità di ogni monumento. In questa prima “tappa” è possibile visitare un classico nuraghe “gallurese” (tipologia mista) tipico esempio della fattispecie presente nel nord Sardegna. Questa tipologia ingloba spuntoni di roccia naturale i quali  contribuiscono, come nel caso del Nuraghe Albucciu, al completamento delle strutture murarie.

Oltre al nuraghe su citato, nelle sue strette vicinanze, la località Malchittu offre la possibilità di visitare una Tomba di giganti. Non particolarmente conosciuta per la sua monumentalità, la tomba “Moru” è di fondamentale importanza per i reperti rinvenuti al suo interno. A due chilometri di distanza dalla biglietteria si trova il tempietto nuragico; raro nel suo genere, questo è il sito più fuori mano rispetto agli altri, ma ciò deve solo considerarsi un punto di forza, in quanto sono molti i visitatori che richiedono percorsi di trekking e nordic walking. Il sentiero immerge il visitatore nella rigogliosa macchia mediterranea, lo accompagna quasi in un viaggio interiore in cui, lontani dalle sirene e dai lustrini della Costa Smeralda, è facile abbandonarsi ai richiami più ancestrali e più vicini alla vita quotidiana che caratterizzava l’Età del Bronzo. All’arrivo, oltre alla bellezza del monumento, una vista mozzafiato accompagna lo sguardo del visitatore, dalle sinuose colline del nostro territorio fino alle montagne più imponenti dell’Alta Gallura.

Percorrendo qualche chilometro con l’auto, si raggiungono con facilità, grazie alla segnaletica disposta a tappeto, la Tomba di Giganti di “Coddu ‘Ecchju” ed il nuraghe “La Prisgiona”.

Presente ormai da anni su tutte le più famose guide turistico-culturali, la tomba è giudicata dai più la meglio conservata in tutta l’isola. Non a torto queste valutazioni fondano le proprie radici sul fatto che l’imponente esedra custodisce nel suo centro la stele bilitica più alta mai trovata, e modellata da sapienti mani che hanno riconosciuto nel granito rosa un elemento estetico distintivo; segno evidente questo che la bellezza non era trascurata neanche più di tremila anni fa.

A far fronte alla ingente presenza di visitatori vi è una struttura che mira a dare tutti i comfort al visitatore. Dalla tomba, il nuraghe “La Prisgiona” è raggiungibile sia con l’automobile sia attraverso il “Sentiero dei Giganti”. Aperto qualche anno fa per venire incontro alle esigenze dei visitatori, questo si inoltra nella fitta vegetazione in cui si riconoscono facilmente mirti e lentischi, olivastri e ginepri che sprigionano nell’aria le loro inconfondibili fragranze, in un turbinio sensoriale che vede anche la vista appagata da ruscelli di acqua sorgiva e, infine,  da un panorama da cartolina. Dalla parte più alta del sentiero svetta soleggiato il paese di Arzachena, poco più ad ovest domina il verde chiaro dei vigneti  che “esportano” in tutto il mondo i nostri sapori e i nostri profumi. Ancora più in lontananza la Corsica, ad indicare, se mai ce ne fosse bisogno, il legame stretto che ha sempre unito  le due isole.

Giunti in vetta alla collina campeggia la torre centrale del nuraghe “La Prisgiona”, fiore all’occhiello dell’intero Parco. Monumento imponente, il Nuraghe è stato oggetto di svariate campagne di scavo che hanno portato alla luce reperti a volte unici e un’organizzazione settoriale del lavoro inedita. Il nuraghe accoglie il visitatore all’interno dei suoi cortili e della sua torre, dotata di scala elicoidale che permetteva l’accesso al piano superiore. Tutt’intorno si estende il villaggio che conserva, in ottimo stato, il pozzo e dei viottoli che si insinuano tra le capanne, quasi a ricordarci che quello era un luogo in cui la vita quotidiana prendeva forma, scandita dal tempo e dalle stagioni.

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