Sequestro al Phi Beach, scatta il decreto di vincolo sulla struttura

Il lavoro del Nucleo dei carabinieri di Cagliari per il patrimonio e il caso del Phi Beach.

Il sequestro del noto locale estivo Phi Beach di Baja Sardinia e la restituzione alla Chiesa Romanica di San Pantaleo di Dolianova di tre pregevoli statue lignee. Sono queste le due maggiori operazioni di rilievo messe a segno, lo scorso anno, dal Nucleo di Tutela del patrimonio culturale dei carabinieri di Cagliari, che festeggia il primo anno di attività nella nuova sede.

Un lavoro instancabile quello dei militari nel corso del 2016, che ha portato al sequestro di 2.862 i beni culturali (2.639 reperti archeologici, 42 beni antiquariali, archivistici e librari e 27 reperti paleontologici), per un valore di migliaia di euro, frutto di scavi clandestini o compravendite illecite.

Sul sequestro di una parte del complesso turistico Phi-beach di Baja Sardinia, è bene ricordare che il provvedimento cautelare non è stato convalidato dal giudice.

I carabinieri hanno riscontrato, peró, plurime violazioni alle norme sulla tutela paesaggistica e monumentale. La struttura, denominata anche Forte Cappellini, fu parte del complesso difensivo del nord Sardegna durante il corso della Grande Guerra. È stata interessata da un potenziamento degli armamenti in età ante 1925 e nel 1943, con l’ulteriore installazione di limitrofe postazioni di tiro antiaereo e antinave.

Il lavoro del Nucleo ha consentito al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di emettere, comunque, un decreto di vincolo sull’intero complesso che consentirà, in futuro, una applicazione più stringente ed effettiva delle leggi di tutela.

Importante anche la restituzione alla Chiesa Romanica di San Pantaleo di Dolianova di tre pregevoli statue lignee scomparse tra il 1971 ed il 1987. Si tratta della statua di San Giuseppe e la Vergine Maria, riconducibili a un artista di ambito campano del XVII secolo e di San Luigi Gonzaga, risalente ai primi anni del XVIII secolo e riconducibile ad ambito sardo.

L’azione di recupero è stata possibile grazie alla perfetta sinergia operativa tra il Nucleo con la Soprintendenza di Cagliari che, insieme, hanno ricostruito il percorso delle opere dal momento della sottrazione sino a quello del loro recupero, avvenuto all’interno dell’abitazione privata di un facoltoso professionista cagliaritano.

Condividi l'articolo
Gallura Oggi il quotidiano di Olbia e della Gallura | Notizie da Olbia, eventi in Gallura