A Tempio una mostra dedicata a Michele Tamponi, fondatore di Cammina Limbara

Le mostre di Organica.

Si conclude il ciclo di attività espositive del 2021 di Organica, il nuovo Museo di arte ambientale nel Parco del Limbara inaugurato lo scorso mese di giugno, dedicato all’arte contemporanea e alla fotografia, direttodal critico d’arte Giannella Demuro.

Oggi si inaugurano nelle sale del Cedap ledue nuove mostre dedicate alla riflessione del rapporto uomo-natura attraverso i linguaggi visivi della contemporaneità.

Per la sezione di arte, l’appuntamento è con Elementi la nuova e inedita personale di Paola Dessy a cura dello storico e critico d’arte Mariolina Cosseddu; per la sezione di fotografia, sarà la volta della mostra Michele Tamponi _ percorsi di passi e di sguardi a cura dell’Associazione La Sardegna vista da vicino dedicata al grande naturalista e fondatore dell’associazione Cammina Limbara. Lungo i sentieri del bosco di Curadureddu che conducono alla struttura del CEDAP visitabili inoltre le opere permanenti del Museo.

La mostra Michele Tamponi – percorsi di passi e di sguardi.

La mostra Michele Tamponi _ percorsi di passi e di sguardi a cura dell’Associazione La Sardegna vista da vicino propone un percorso fotografico che celebra l’opera e la vita del grande naturalista originario di Tempio Michele Tamponi, scomparso recentemente.

Fondatore di Cammina Limbara, associazione costituita nel ‘97 per fare dell’escursionismo uno strumento educativo alla natura del massiccio gallurese, e socio fondatore della Associazione La Sardegna Vista da Vicino, Michele Tamponi era esperto conoscitore del Limbara e della sua flora e fauna, ”catturate” e immortalate grazie alla sua passione per la fotografia. Si deve a lui la nascita del trekking urbano nella cittadina gallurese. Per il naturalista, scopo fondamentale della fotografia era l’integrazione di cultura, arte e bellezza del territorio.

Negli anni, le guide e gli esperti dell’associazione Cammina Limbara hanno progettato e realizzato percorsi naturalistici e archeologici, rendendo possibile e sicuro l’accesso a luoghi di grande interesse paesaggistico e ambientale per l’osservazione, il birdwatching e la documentazione fotografica. Uno dei risultati della straordinaria attività di Cammina Limbara è l’individuazione di più di venti tappe, tutte ad anello e collegate tra di loro, che, nell’insieme, coprono oltre 90 chilometri di sentieri, secondo un’altezza che varia dai 600 ai 1300 metri di quota. E sono tutti percorsi fruibili, concepiti all’insegna di un escursionismo rispettoso dell’ambiente, che si propone di valorizzare il patrimonio naturalistico, storico e culturale del massiccio del Limbara, fin dall’antichità laboratorio di ecologia umana.

Tutti gli eventi di Organica si tengono alle pendici del Monte Limbara, nei dintorni di Tempio Pausania: nel bosco di Curadureddu e presso il CEDAP – Centro di Educazione e Documentazione sull’Ambiente e sul Paesaggio. Lo spazio del CEDAP dispone di due sale espositive, una dedicata all’arte contemporanea e l’altra alla fotografia ed è anche un punto informativo per le attività escursionistiche, ambientali e culturali del territorio.

La mostra Elementi.

La mostra personale di Paola Dessy “Elementi” nasce da un percorso di ricerca artistica che affonda le sue radici negli anni Cinquanta. Attratta fin da giovanissima dal mondo vegetale e dalle sue forme variate nella struttura e nella ricerca estetica, l’artista ha fatto, dell’universo arboreo, un archivio inesauribile di ispirazione materica e concettuale.

Tale fascinazione diventa una sentita e dolorosa riflessione sull’ambiente nelle opere create per “Organica”. Il lavoro si compone di più parti che funzionano come momenti separati di un’unica visione dell’esistenza arborea: “Tre tempi e tre soluzioni differenti di un unico sentimento del luogo, concepito come stato di relazione con il linguaggio artistico, in una sorta di continuità ideale tra lo spazio fisico e quello dell’immaginario”, scrive la curatrice Mariolina Cosseddu. “Nella installazione multipla composta di quattro silhouette arboree, Paola Dessy trascrive un’esperienza sensoriale ancora incombente nella memoria visiva: l’esperienza del fuoco che consuma gli alberi e li riduce nel bianco spettrale. Nelle quattro sagome degli alberi addossati al grigio dell’argilla che fa da campo magnetico ancora incandescente, l’artista rende, nella sequenza cromatica, il buio della combustione, il rosso dell’incendio, il bianco della immagine che rimane dopo il disastro, il grigio funereo del vuoto. Nel lavoro successivo gli alti e snelli tronchi del bosco circostante creano una geometria arborea essenziale e rigorosa come omaggio alla bellezza del luogo e alla terra fertile che nutre la ricca vegetazione. Ancora una dualità nella forma scultorea che coniuga, nell’antitesi dei materiali,  l’acciaio luminoso e freddo con il caldo colore della legna appena tagliata, due mondi e due condizioni lontani che l’artista sovrappone inseguendo la dialettica degli opposti da lei così sentita come parte integrante della sua poetica. Un’estetica binaria che rivela il dissidio tra le cose e le forme e che, tanto più oggi, lascia aperti dubbi e interrogativi senza risposta”.

Sempre attivissima, Paola Dessy ha partecipato a numerose mostre ed esposizioni, raccogliendo premi e riconoscimenti. Negli anni più recenti, ha esposto alla Biennale di Venezia (2011), edizione speciale per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, alla Fiera internazionale del Libro a Barcellona e alla mostra Estampa a Madrid, mentre nel 2012 ha preso parte alla mostra “I doni di Afrodite”, allestita al Museo “G. A. Sanna” di Sassari, alla mostra itinerante intitolata “I cento anni della xilografia italiana”, alla “I Biennale di incisione italiana – Carmelo Floris” a Olzai; è stata tra i finalisti del Premio internazionale spagnolo “FIG BILBAO”. Le sue opere sono attualmente esposte in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Per il museo di arte ambientale Organica ha creato l’opera “Senza titolo”, un intervento minimale che ricompone volumi e superfici utilizzando levigate inserzioni metalliche.

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