La vita da pendolare tra treni e bus: viaggiare può diventare un incubo

Da Olbia a Sassari quasi 2 ore di percorrenza sperando non ci siano ritardi.

Da Sassari a Olbia. Con il treno. Come un pendolare. Nella stessa tratta che ogni giorno centinaia di studenti e lavoratori sono costretti a fare. Perchè altrimenti l’alternativa è l’auto o l’autobus. La sveglia suona molto presto. Alle 5 del mattina la città profuma ancora di silenzi e oscurità. Alle 5 e mezza il treno è già sui binari. La locomotiva è quella di un vecchio regionale, che puzza di gasolio e sporco. 

C’è posto a sedere dentro. Ma sono fortunato, mi dicono i compagni di viaggio, perchè spesso arrivano solo due carrozze e si viaggia fino a Chilivani stipati come sardine. Mi accontento allora della piccola benevolenza che mi ha riservato la sorte questa mattina. ll viaggio fino a Sassari è un lungo procedere, fatto di rallentamenti ed accelerate. A Chilivani si cambia: ci si arriva quasi alle 7. Mezz’ora dopo si è a Sassari e la giornata del pendolare può iniziare davvero. Ognuno con la sua destinazione. Ma è bene sapere che non va meglio a chi si deve spostare ogni giorno verso Olbia. Da Oschiri, come da Palau, da Nuoro come a Siniscola per chi si deve muovere nelle provincia o appena fuori è un continuo rincorrersi di coincidenze, orari degli autobus a cui adattarsi, ritardi talmente scontati da diventare prevedibili. Anche se spostarsi fuori Olbia non è esattamente un giro regalato.

Il treno per Sassari costa 8,10 a tratta, per andare ad Arzachena in corriera si spendono 2,50. Certo, poi ci sono gli abbonamenti, gli sconti per gli studenti e i rimborsi per chi ha un reddito più basso. Ma questo è. Tanto più negli anni in cui si parla di mobilità sostenibile, di incentivo al trasporto pubblico e della convenienza del treno rispetto ad altri mezzi. Ma ancora oggi per muoversi fuori città l’unica sicurezza resta l’auto propria. Per non parlare del caso in cui si dovesse raggiungere Cagliari con andata e ritorno in giornata. A quel punto più di una sicurezza la macchina diventa una scelta obbligata. I pendolari che ci vanno in treno si tramandano spesso racconti da libro dell’orrore.

Insomma, si sa, i collegamenti extraurbani non sono il punto forte della Sardegna. Un nanismo che diventa schiacciante per la Gallura, durante l’estate, quando si obbligano i turisti a muoversi con mezzi propri, rischio dover restare segregati nella loro meta d’arrivo. Ma il disagio è soprattutto per i residenti. Per i centinaia di studenti dei licei, che gravitano sulla città. Per gli studenti universitari di Olbia come di Sassari. Per i lavoratori che arrivano dai paesi vicini. Per i professionisti che si devono spostare nel Nord Sardegna. Il sistema del trasporto pubblico è un nervo scoperto, che merita di essere curato. E mentre i comuni dell’hinterland di Sassari si mettono in rete per colmare quel gap geografico, che esiste da sempre, la Gallura resta ancora una volta al palo.

Condividi l'articolo
Gallura Oggi il quotidiano di Olbia e della Gallura | Notizie da Olbia, eventi in Gallura