La denuncia delle associazioni: “I turisti rubano la sabbia e le conchiglie dalle spiagge”. Così il nostro mare è a rischio

Con l’avvio della stagione torna ad aumentare l’asportazione volontaria di sabbia dagli arenili della Sardegna.

Non passa giorno che non ne venga fermato uno. Negli scali degli aeroporti della Sardegna i controlli sono serrati, ma non sempre sufficienti, dice chi ci lavora. Ma da Olbia a Cagliari fino ad Alghero quando si varcano i tornelli l’attenzione degli uomini delle sicurezza si alza. Qualcuno, purtroppo, scappa. Portando oltre mare uno dei beni più preziosi che l’isola offra: la sabbia, con le sue conchiglie, le sue alghe e i suoi cristalli minerali. Un tesoro sottovalutato, che rischia di mutare profondamente nei suoi colori, nei prossimi anni, se non si innalzerà un argine a questa asportazione volontaria e ripetuta. Specie dalle spiagge più pregiate e per questo più famose.

Ricordate che cosa era successo alla spiaggia rosa dell’isola di Budelli? Tutti la volevano, tanto che quella sua caratteristica venatura stava diventando sempre più rara, con il risultato di doverne interdire completamente l’accesso. E ora, quella meravigliosa cala dell’arcipelago della Maddalena, è visibile solo dal gommone. Ecco cosa significa salvare le spiagge e difendere gli arenili. Perchè un discorso è andarci in spiaggia, godere del piacere di lasciarsi coccolare dalla sabbia, anche giocarci, e un discorso è portarsi la spiaggia a casa.

Eppure, come denunciano le associazioni ambientaliste e alcuni movimenti spontanei di cittadini, ogni giorno decine di persone, per lo più turisti, riempiono le loro bottiglie di plastica con la sabbia della spiaggia preferita o con le conchiglie raccolte sul bagnasciuga. Qualcuno arriva alla perversione maniacale di etichettare le bottiglie con i nomi delle diverse spiagge visitate, quasi si trattasse di un trofeo. Sono in pochi a sapere che tutto quello che si trova sugli arenili è protetto da una specifica normativa regionale ed è di proprietà demaniale. E che per la rimozione, l’asportazione e la sottrazione si rischia una multa fino a 9.296 euro, messa nero su bianco dal codice della Navigazione.

Ogni giorno lo devono spiegare ai molti turisti le guardie degli scali aeroportuali, quasi increduli che quel ben di Dio non sia a disposizione di tutti. Guardie che si scontrano con la cronica assenza di personale dedicato a quest’emergenza ambientale. “Purtroppo abbiamo scoperto che il Corpo Forestale, approntato la scorsa estate negli aeroporti sardi, non è stato confermato per questa stagione”, la denuncia che arriva dalle associazioni ambientaliste, che si sono armate per chiedere alla Regione di riattivare il servizio di vigilanza. “Chiedo come cittadino, contribuente ed elettore, che tale importante servizio sia ripristinato quanto prima e che i trasgressori vengano sanzionati come previsto dalla normativa vigente”, una delle petizioni da indirizzare agli uffici cagliaritani, che si può trovare in rete.

Va detto che questi controlli valgono solo per gli aeroporti e che tutta la massa di turisti che si muove in nave ne rimane immune. Ma certo, davvero tutti non si possono controllare, è chiaro. E forse basterebbe appellarsi ad un maggiore senso civico e qualche cartello di divieto in più, almeno all’ingresso delle spiagge più frequentate, per scoraggiare l’incauto turista dal farsi un regalo inopportuno.

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