Sanità in Gallura, le polemiche dopo le dimissioni di Maninchedda

Loddo: solo la politica di Maninchedda può salvarci dal disastro

Si è tenuta lunedì scorso a La Maddalena, la conferenza socio-sanitaria dei sindaci, nella quale si è affrontata la questione della Sanità. Alla conferenza era presente anche il sindaco di Calangianus Gio Martino Loddo che, per protesta, ha abbandonato l’aula. Presente anche il professor Moirano.

Le dimissioni di Deriu dalla commissione del consiglio regionale sulla sanità, gli sprechi e le dimissioni di Manichedda dall’assessorato ai lavori pubblici, poi respinte da Pigliaru, hanno causato un vero terremoto in Regione. “Da una parte assistiamo all’appiattimento della Regione sulle linee dettate dal governo -afferma Loddo -. E dall’altra la mancanza di trasparenza, da parte della politica regionale, sui motivi degli sprechi nella spesa sanitaria regionale”-.

Tutto nasce dalla firma da parte della Regione dell’intesa Stato-Regioni, il cosiddetto patto sulla salute dove, con il governo Renzi, la Sardegna ha accettato di condividere le linee programmatiche sulla riforma della sanità. Riforme contenute nella legge Balduzzi. “La legge Balduzzi non è una riforma  adatta a un territorio come quello della nostra isola – prosegue -. Territorio ampio e con bassa popolazione. Gli stessi LEA, livelli essenziali di assistenza, non sono omogenei e garantiti per tutti i sardi. Di conseguenza un’ampia fetta di popolazione non può accedere ai servizi e diritti alla salute inclusi nei LEA”. Firmando il patto, dunque, la Regione ha accettato di sostenere costi superiori rispetto a quelli delle altre Regioni.

“Noi sardi paghiamo tutta la sanità pubblica e con le tasse contribuiamo a pagarla anche alle altre regioni – continua Loddo -. Cosi più di metà del bilancio della Regione viene divorato dalla spesa sanitaria”. Con il patto della salute, la Regione ha accettato di mantenersi dentro i parametri più stretti contenuti nel decreto Balduzzi. Parametri che avrebbero comportato la chiusura dei piccoli ospedali e il loro ridimensionamento in base alla distribuzione, per abitanti, dei servizi e dei posti letto in cambio di che cosa? Mi chiedo se sia possibile accettare questo ridimensionamento senza avere alcun vantaggio.

Loddo parla anche del polo sanitario privato Mater Olbia che ha creato non poche polemiche. “Si chiama Mater Olbia, sulla carta, un Centro di alta specializzazione con 294 posti letto in struttura privata – spiega Loddo -. Un controsenso dato che il target per l’applicazione del decreto Balduzzi impone una riduzione del 20 % dei posti letto privati. Ma solo fino al 2017, momento in cui quei 294 posti letto dovranno essere compensati da tagli simili in altre strutture pubbliche e private”. Il sindaco precisa di essere favorevole al progetto del polo sanitario a patto che non intacchi le risorse da destinare alla Sanità pubblica.

Anche il disegno del polo sanitario non rispetta le regole contenute nel decreto. “Centri di questo genere sono coerenti in pochissime Regioni – afferma il sindaco -. Regioni sicuramente molto più abitate e accessibili della nostra. La Regione stessa ha stabilito un budget di sessanta milioni all’anno, per 12 anni, destinati alla convenzione col Mater Olbia”.

La domanda, quindi, sorge spontanea: sarà per questo motivo che la commissione regioni del controllo sugli sprechi non è mai decollata? “E’ intuibile che quei sessanta milioni di euro all’anno destinati alla convenzione con la struttura privata – continua il sindaco – sarebbero stati più che sufficienti per mantenere il punto nascita e tutti i reparti degli ospedali di La Maddalena, Tempio e dell’emodinamica di Olbia. Trasferita invece al Mater Olbia per accordi presi dalla Regione.

“Ecco perché’ – conclude – sono convinto oggi più che mai la politica di Paolo Manichedda sia l’ unica strada possibile da percorrere prima che lo Stato centrale ci distrugga attraverso le misure che lo stesso si accinge ad adottare non ultima quella dell’aumento dell’IVA al 25%”.

 

Juli Piscedda

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