Gallura, siccità: la Regione riconosca lo stato di calamità naturale

Lo stato di calamità naturale è chiesto a gran voce dalla Coldiretti Nord Sardegna.

Il problema della siccità è un tema su cui si è discusso ieri durante un incontro della Coldiretti Nord Sardegna. Non piove abbondantemente da mesi, ormai, è d’estate sarà un problema ancora più serio. Si cerca dunque di trovare una soluzione per far fronte alla crisi che sta mettendo in ginocchio il settore dell’agricoltura, e non solo.

Il territorio del Nord Sardegna sta vivendo una delle crisi idriche più gravi dell’ultimo secolo. I tre bacini principali del distretto irriguo della Nurra sono in grande sofferenza (nel Cuga ci sono 5 milioni di metri cubi d’acqua, nel Temo 21 milioni e nel Bidighinzu 2,32 milioni) mentre in Gallura l’amministrazione del Consorzio di Bonifica è stata costretta ad annunciare le turnazioni.

Anche il prospetto nazionale descrive una crisi idrica diffusa. Secondo un’analisi della Coldiretti condotta sulla base dei dati Ucea, a marzo e aprile le precipitazioni si sono dimezzate: sono state inferiori rispettivamente del 53 e del 47,4 per cento rispetto alla media stagionale. Mentre a dicembre 2016 è stato registrato il picco negativo del -67%.

L’assenza di piogge sta condizionando tutti i settori dell’agricoltura con perdite nella produzione superiori al 40%. E le ripercussioni di questa siccità si faranno sentire anche nella prossima annata quando gli imprenditori agricoli saranno costretti a sostenere dei costi extra solo per garantire la sopravvivenza dell’azienda.

Per questo la Coldiretti Nord Sardegna chiede con forza alla Regione Sardegna l’immediato riconoscimento dello stato di calamità naturale con l’attuazione delle agevolazioni previste dal decreto legislativo 102.

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