Calcio, Gian Mario Rassu l’Olbia come seconda pelle

La storia dell’ex fuoriclasse dell’Olbia Rassu.

Gian Mario Rassu è uno dei protagonisti indiscussi della storia dell’Olbia. Un fuoriclasse che resterà per sempre nel cuore dei tifosi bianchi. Quel bambino che giocava per le strade di Siligo quando il padre gli disse: “Devo andare in un posto. Mi accompagni?”. La meta era il provino della Juventus sul campo dell’Estudiantes. “Era luglio. Un caldo pazzesco. Siamo arrivati senza nulla. Mi hanno dato un paio di scarpe bullonate tre numeri più grandi del mio“. Osservatori Cuccureddu e Vycpalek. Gian Mario è il più piccolo:”Ricordo le parole di babbo: dribbla tutti, non passarla a nessuno“. In un batter di ciglia ecco uno stage di una settimana a Torino: “Mi facevano giocare con i ragazzi della Primavera. Gli arrivavo al ginocchio“.

Il compianto talent scout Ninni Tramoni lo porta all’Olbia e dopo qualche anno l’indimenticabile Bruno Selleri realizza il suo capolavoro. “La Reggiana disse che 80 milioni per me erano troppi. Lui chiuse un quadriennale con il Milan per 800“. E’ l’invincibile armata rossonera degli olandesi. “Mi aggregavano alla prima squadra perchè sono ambidestro e crossavo bene per la testa di Van Basten. Ma quando sbagliavo arrivavano sgridate che ho ancora nelle orecchie”. Rassu non crede ai suoi occhi. “Vivevo in un’altra dimensione. Tutti i giorni spalla a spalla con campioni. Ero anche aggregato alla Nazionale militare: viaggiavo con Vieri, Bresciani e Panucci“. Il Milan lo dà in prestito in C1″per farsi le ossa” prima alla Reggina e poi alla Lodigiani. Gian Mario incanta: 58 presenze e 7 gol. “Mi voleva il Cosenza in B. Il Milan mi ha mandato in C1 alla Massese. Sono scappato dal ritiro“. Galliani gli intima di tornare alla base ma il destino infame è dietro l’angolo: “A metà stagione mi sono rotto il crociato”. Fine del sogno. La società rossonera lo cura ma lo scarica.

“Ho chiesto di riavvicinarmi a casa”. La vita ti toglie e ti dà. Nasce l’amore infinito con l’Olbia. 13 anni ininterrotti. Con una persona che lo adotta come un figlio. “Mauro Putzu è il Presidente. Mi ha insegnato cose che solo ora riesco a capire. Mi ha spiegato che i soldi non sono tutto e che sono altri i valori in cui credere. E’stato il mio punto di riferimento”.  La maglia bianca come seconda pelle: “La 10 con la fascia di capitano, che ho indossato per 8 anni, sono il top. Olbia è tanta roba“. La vittoria del campionato di Serie D nel 2002: “Mauro è stato un mostro. Con pochi spiccioli abbiamo stravinto conquistando anche lo scudetto dei dilettanti”. Il fantasista ricorda con piacere tre stagioni in D ad Alghero. “Avevo gli stimoli giusti” e il trionfo in Eccellenza con il Budoni di Giovanni Sanna: “In attacco con Mamia, Pau e Doussou. Eravamo un aereo”. Ma resterà negli annali come “il Baggio di Olbia“. “Sono talmente umile che certe cose le leggevo e me le dimenticavo”. 70 reti in maglia bianca (secondo marcatore di tutti i tempi dopo Misani). Gian Mario Rassu idolo immortale degli ultras. “Non c’è niente da fare. Olbia è Olbia”.

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