Calcio, l’olbiese Piero Spanu e quella gioia contagiosa di insegnare

Ricordi e presente del calciatore olbiese Piero Spanu.

Piero Spanu è stato uno dei prodotti più talentuosi del calcio olbiese tra gli anni ’90 e 2000. “Se con mio fratello Gianni ci fossimo fusi forse sarebbe venuto fuori un giocatore discreto“. Tecnica sopraffina  e riservatezza. A 17 anni l’Olbia lo cede alla Spal. “Ferrara è una città splendida. L’ambiente e la gente ti fanno stare subito bene”. 4 anni di scuola calcistica e di vita. “Quando sei lontano da casa nei momenti difficili ti devi arrangiare da solo. Quell’esperienza mi ha fatto maturare“. In Emilia una profonda cultura dello sport. “Minimo 15 mila persone allo stadio. Il tifoso dice “andiamo alla Spal”. Tenere per un’altra squadra è peccato mortale. Ci sono tornato da poco per festeggiare la promozione in Serie A. Mi hanno accolto in maniera fantastica”.

Dopo una parentesi ad Argenta in Interregionale Piero ritorna a vestire la maglia bianca dell’Olbia per poi fare il dilettante. “Ho iniziato a lavorare. E comunque ciascuno, nel calcio come nella vita, arriva sino a dove è capace di arrivare. Sono pienamente soddisfatto di quanto il calcio mi ha dato“. Da tre anni Piero dirige assieme a Gianni l’Individual Soccer School. La mente ritorna a Ferrara. “L’allenatore Pasetti ci impegnava in un lungo riscaldamento  tecnico con palloni di varie misure, finte e palleggi. All’inizio sembrava noioso, ma alla fine certi movimenti diventavano automatici e li mettevi in pratica a occhi chiusi”.

Ecco l’origine dell’idea. “Ho coinvolto Gianni. Abbiamo caratteri che si completano a vicenda. Lui accelera e io freno“. Un mix perfetto. Per un lavoro importante e delicato. “Hai a che fare con gli umori e le insicurezze dei bambini. Cerchi di migliorare la loro tecnica e al contempo il loro amor proprio”. Con risultati esaltanti. “E’ un metodo individuale che può essere applicato anche al gruppo. E’un valore aggiunto al buon lavoro di un allenatore di calcio”. Quando vi sentite appagati? “Non formiamo campioni. La più grande gratificazione si prova quando i genitori ti ringraziano perchè il loro figlio è contento e si diverte”.

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