Calcio, Marco Manconi arbitro per sempre

La splendida carriera dell’olbiese Manconi.

Marco Manconi è uno dei migliori fischietti mai espressi dal territorio gallurese. “Tanti concittadini appassionati di calcio avevano il piacere di leggere la domenica sul giornale la designazione “Manconi di Olbia“. Una carriera nata durante il servizio militare. “Era il 1982. Il mio ufficiale in Capitaneria Antonio Rarità, appurata la mia passione per il calcio mi propose di fare il corso da arbitro“. Marco parte da zero. “Ignoravo completamente il fuorigioco”. Ma si mette subito di buzzo buono. “Studiai a menadito le 17 regole fondamentali“. Esame passato a pieni voti a Sassari ed esordio quasi immediato. “Olbiense-Tavolara allievi al Nespoli“. Con un look indimenticabile. “Non era ancora arrivata la divisa e diressi l’incontro con una tuta completamente gialla: sembravo un canarino“. Il talento viene subito a galla e Marco Manconi brucia le tappe. “In un anno passai dalla Seconda Categoria alla Promozione“.

La prima gara nell’allora massima categoria regionale non poteva essere più beneaugurante: un derby tra santi. “San Giorgio Perfugas-San Teodoro. Ricordo ancora i pali delle porte di uno stranissimo grigio argentato”. La stagione successiva c’è un intoppo. “Berchidda-Calangianus giocata su un campo al limite della praticabilità. Sbagliai tanto e mi preclusi il salto di categoria“. Marco incamera la lezione e non stecca più. “Nel campionato seguente fui il migliore di tutta l’isola“. Si spalanca la strada per il Continente. Il primo banco di prova è di quelli che restano scolpiti nella mente. “Milan-Juventus del torneo Primavera a Sesto San Giovanni“. Le emozioni si susseguono. “Incredibile calcare il vecchio Filadelfia del grande Torino“. Anche se a volte non tutto va per il verso giusto. “Sono interista e dovetti rinunciare ad un Inter-Juventus ad Appiano Gentile a causa di un febbrone da cavallo“. La via del successo è comunque tracciata.

Il trampolino decisivo è un Savona-Derthona di Promozione Regionale. “Il mercoledì successivo mi chiamò il designatore nazionale Redini: Marco vuoi esordire in Serie D?” La partita è il derby siculo Niscemi-Nissa. “Ricordo tutto di quella giornata”. 4 anni entusiasmanti in giro per lo stivale. “Ho portato con onore il nome di Olbia in tutta Italia“. Nel ’93 fischietto al chiodo. “L’arbitraggio ha avuto un’importanza essenziale nella formazione del mio carattere. Ho sviluppato educazione, valori e modi di comportamento“. Con risvolti umani incredibili. “Ho amici ex colleghi dappertutto”. Marco adesso è delegato della Lega Calcio negli incontri di Serie A. “Mi occupo del rispetto dei diritti televisivi e di modalità e tempi delle interviste a tecnici e giocatori”. Ma la sua vera passione non lo abbandonerà mai. “Si rimane arbitro tutta la vita”. 

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