Il presidente Marco Buioni racconta la storia dell’Olbia Rugby.
L’Olbia Rugby nasce 35 anni fa, quando la palla ovale in città era un’illustre sconosciuta. Il presidentissimo Marco Buioni ci scherza su: “Eravamo quattro amici al bar. L’argentino Gianni Buraggi, il genovese Stefano Diliberto e due olbiesi: Luigi Birardi e il sottoscritto“. Il primo capitolo del romanzo delle api giallonere. “Eravamo una decina. Ci allenavamo sull’asfalto del Molo Brin”. Passione infinita. “Il rugby è una filosofia di vita. Chi pratica la nostra disciplina deve avere valori veri da rispettare e trasmettere”.
Il motto del sodalizio gallurese è significativo: “Scuola di rugby. Scuola di vita“. Nel 1985 il primo campionato di Serie C regionale. Senza una vera e propria casa, “Giocavamo al Caocci e poi a Sa Senega”. Ma con in testa un chiodo fisso. Che 8 anni fa diventa realtà. “La società si è finalmente strutturata. La disponibilità a tempo pieno della struttura di Tanca Ludos è stata fondamentale. Abbiamo 12 tecnici qualificati e un preparatore atletico professionista“. 300 tesserati al centro di un movimento che cresce in maniera esponenziale. “I progetti scuola ci hanno data credibilità“.
52 anni e 100 chili tondi. Marco Buioni quando sveste i panni da dirigente è un pilone della Old Rugby Olbia, la formazione dei veterani gialloneri. “Avanzamento e sostegno. Il nostro sport è tutto in questo concetto. E’ il gioco di squadra per eccellenza”. Un settore giovanile che brulica di campioncini. “10 squadre dall’under 8 all’under 18 con anche l’under 16 femminile”. E la prima squadra campione regionale. “Quest’anno il primo storico successo”. Lo spareggio per la B ha opposto le api alla corazzata Medicei Firenze: “Al ritorno in Toscana per 22 minuti abbiamo resistito sullo 0 a 0”. Il sogno di Buioni? <Ne ho due. La cittadella del rugby e l’approdo in Serie B”. Nulla è impossibile per chi si allenava sull’asfalto. Erano i primi battiti d’ali del volo infinito delle api giallonere. Perchè il miracolo dell’Olbia Rugby è tutto nell’idea pazza di quei quattro amici al bar. Innamorati della palla ovale.