Aggius



Aggius, un tesoro nascosto tra le rocce granitiche della Gallura

Situato maestosamente nell’alta Gallura, il comune di Aggius è dominato dalla spettacolare cresta granitica dei Monti di Aggius, una serie di formazioni rocciose che si stagliano fieramente nel paesaggio. Il panorama offre anche una vista mozzafiato sul maestoso Massiccio del Limbara. Ma è la peculiarità delle rocce granitiche che rende Aggius un luogo davvero unico. Il borgo sembra abbracciare le strane e bizzarre forme delle rocce, tra muretti a secco, boschi secolari di lecci e sugheri, macchia mediterranea, pascoli e vigneti.

La storia di Aggius

Appartenente al Giudicato di Gallura e inserito nella curatoria di Gemini, Aggius fu testimone di turbolenti contese dopo la caduta del giudicato nel 1288. Conteso tra le potenti famiglie dei Doria, il Giudicato di Arborea e la Repubblica di Pisa, Aggius fu infine conquistato dagli Aragonesi nel 1324, divenendo un feudo sotto il loro dominio. Durante questo periodo, il borgo venne citato con vari nomi, fino a stabilirsi definitivamente come Agios nel 1358, grazie a un documento reale. L’egemonia spagnola lasciò un’impronta indelebile sulla cultura e sulla vita quotidiana degli abitanti di Aggius, influenzando dialetti, usanze e tradizioni. Nel XVI secolo, si guadagnò una dubbia fama come centro di falsari, con una zecca situata sul monte Fraili, che sovrasta il borgo. Questo luogo divenne rifugio per banditi provenienti da ogni angolo del territorio, facendo meritare ad Aggius il titolo di “città del banditismo”. Con l’avvento del XVIII secolo, sotto il dominio sabauda, Aggius fu incorporato nel Marchesato di Gallura, feudo dei Fadriguez Fernandez. Solo nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, Aggius riacquistò la sua autonomia diventando un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. Fu durante questo periodo che Aggius si distinse per la sua ribellione nella primavera dei popoli del 1848, proclamandosi repubblica autonoma per soli 48 ore. L’Ottocento fu segnato da aspre faide familiari che insanguinarono la cittadina, ispirando opere letterarie come “Notte sarda” di Pietro Casu e “Il muto di Gallura” di Enrico Costa.

Cosa vedere a Aggius

Il cuore pulsante di Aggius risuona con la storia impressa nelle sue strade lastricate di granito, nel cui centro storico l’antico si mescola con il presente. Le denominazioni delle vie e delle piazze rimandano a un passato ricco di significato: dall’Aldia, un tempo posto di guardia e casello daziario, alla suggestiva Piazza di li Baddhi, teatro delle danze tradizionali. Le quattro chiese che si ergono nel borgo testimoniano secoli di fede e devozione. La maestosa Parrocchiale dedicata a Santa Vittoria, risalente al 1536, custodisce nei suoi muri le tracce del tempo, con la facciata principale restaurata nel 1856 e il campanile imponente alto 33 metri. Accanto a questa, le chiese di Nostra Signora del Rosario e di Santa Croce, con le loro scritte d’epoca a testimonianza di antichi restauri, e la suggestiva Madonna d’Itria, eretta nel XVIII secolo dalla Famiglia Tirotto come segno di gratitudine alla Madonna per il ritorno di un familiare dalle mani dei Saraceni. Nelle terre circostanti, le chiese punteggiano il paesaggio, da Santu Petru a Santu Jagu, da Santu Filippu a Santu Lusunu, ognuna con la sua storia e il suo legame con la comunità. Ma Aggius offre molto più di fede e storia. A breve distanza dal borgo si apre il laghetto Santa Degna, un’oasi di pace circondata da suggestivi sentieri tra sugherete e alture di granito. La Valle della Luna, con la sua quiete avvolgente, ospita il maestoso nuraghe Izzana, uno dei meglio conservati dell’intera Sardegna. Per chi desidera immergersi ancora di più nella cultura e nelle tradizioni di questo luogo unico, non mancano il Museo Etnografico “Oliva Carta Cannas” e il Museo del Banditismo. Il primo racconta la vita quotidiana attraverso oggetti e arredi tipici, mentre il secondo getta luce sulle gesta dei fuorilegge che hanno solcato queste terre durante la dominazione piemontese.


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