A Santa Teresa rinascono gli abiti e le tradizioni della Gallura

Il progetto a Santa Teresa per riscoprire la tradizione della Gallura.

Gonna lunga e blusa amaranto in broccato con motivi floreali neri, camicia bianca, sottogonna e persino culotte per la donna. Abito in tinta unita nero, giacca, pantalone e panciotto con camicia bianca per l’uomo. Sono i primi prototipi di vestiti tradizionali di Santa Teresa Gallura, quelli della vita di tutti i giorni e delle giornate di festa dell’antichità, che rivivono oggi per far riscoprire le tradizioni del mondo delle campagne e della vita negli stazzi galluresi.

A rendere realtà il progetto, presentato a porte chiuse (appena possibile verrà fatta una presentazione pubblica) con i primi vestiti e nato dall’idea dell’amministrazione comunale teresina nel 2017 con il lancio del bando per far diventare una manifestazione culturale ‘Lu coiu’, il tipico matrimonio gallurese, è stata l’associazione Ventu d’Agliola dopo un lungo percorso di studi e interviste agli anziani del paese. L’idea proposta dall’assessorato comunale della cultura, è solo il primo passo di un progetto più ampio che mira a produrre tanti abiti tradizionali, da sfoggiare in occasioni di festa. Il bando è pubblicato anche in inglese per attrarre da tutta Europa chi volesse festeggiare il proprio matrimonio secondo le antiche usanze, anche se la riscoperta delle tradizioni passa prima dalla comunità locale e ai futuri sposi residenti a cui si dà precedenza.

Quello di oggi è solo l’ultimo dei passi in ordine cronologico del progetto lanciato dal Comune di Santa Teresa tre anni fa in occasione del rilancio di Lu Coiu il matrimonio gallurese contadino, dove sposi e invitati si vestono alla maniera antica. Nel 2019 l’organizzazione del matrimonio era stata affidata all’associazione Ventu d’Agliola, che con le economie maturate dal contributo non speso, oltre a produrre gli album fotografici, ha intrapreso un percorso di studi, con la collaborazione dell’Isre, per riscoprire il vestito tradizionale, ormai perso.

Una ricerca antropologica sul campo effettuata attraverso interviste e vecchie foto, per ripercorrere grazie ai ricordi e le testimonianze degli anziani del paese le usanze di un tempo che rivivono oggi in questi vestiti, spiega Antonio Sardo, presidente dell’associazione. Un momento importante, quello di oggi, perché rappresenta un altro tassello nella riscoperta delle tradizioni della comunità locale oltre che un potenziale prodotto turistico, sottolinea nel corso della presentazione l’assessore comunale del Turismo, Stefania Taras.

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