La sfida lanciata dal tavolo del turismo di Porto Cervo

Il resoconto della giornata e i progetti.

Comparto turistico da considerare come un vero e proprio comparto industriale, trainante e centrale per l’economia e l’occupazione attuale e futura della Sardegna. Non solo. Il settore del turismo va visto come il motore dell’intera Isola. Oggi rappresenta invece appena il 7 per cento del Pil sardo, mentre con una gestione complessiva ispirata a logiche di efficienza e innovazione potrebbe arrivare a rappresentarne il 20 per cento. Ma come intervenire? Le prime risposte sono arrivate in occasione del confronto promosso venerdì 4 ottobre al Conference Center dell’Hotel Cervo a Porto Cervo dalla Confindustria Sardegna e curato dalla Confindustria Centro Nord Sardegna, con la collaborazione delle altre due associazioni territoriali.

“Siamo convinti che la Confindustria in Sardegna possa e debba giocare un forte ruolo sul piano delle proposte e delle idee. Le nostre aziende associate rappresentano tutti i settori produttivi. Ecco allora perché è quanto mai necessaria un’azione sinergica tra comparto del turismo e altri comparti. Tutto questo va fatto in una logica di carattere industriale”, ha detto in apertura Giuseppe Ruggiu, presidente della Confindustria Centro Nord Sardegna.

La relazione centrale è stata del presidente della Confindustria regionale Maurizio De Pascale, che ha presentato il documento “Obiettivo Turismo”. “Il turismo deve costituire uno dei pilastri fondamentali dell’economia della Sardegna. Occorre avere un atteggiamento manageriale della gestione del comparto – ha detto De Pascale –. Serve un’agenda per il settore. Siamo in tempo per recuperare quanto perduto. L’importante è che si passi dalla politica delle recriminazioni e delle lamentele alla politica del fare”. Ecco allora che Confindustria propone un cambio di passo. Il turismo può dare un contributo fondamentale, per esempio, all’agroindustria isolana. Ma innanzitutto devono essere messi a disposizione strumenti moderni e chiari. Nell’immediato serve una nuova legge casa per ampliare le strutture esistenti (incluse quelle già ampliate con precedenti strumenti normativi). Ma una moderna legge urbanistica rappresenta una fonte di aspettative per le imprese turistico-ricettive che vorrebbero, in primis, investire nell’ammodernamento delle strutture: tra le richieste la possibilità di intervento nelle strutture esistenti, anche se ricadenti nella fascia dei 300 metri dal mare.

In ogni caso, è spiegato nel documento, “deve essere chiara la visione di sviluppo della Sardegna che la Legge di Governo del Territorio deve avere, senza se e senza ma, senza nessun compromesso di carattere ideologico, coraggiosa nel definire necessaria la costruzione o gli ampliamenti delle strutture ricettive – la nostra offerta turistica, quella della Sardegna – anche e soprattutto mediante l’adeguamento degli alberghi ai nuovi standard, che non possono certo considerarsi utili se solo mere e limitate appendici di corpi di fabbrica esistenti, magari obsoleti e oramai inefficienti.  Un contributo significativo a favore del settore turistico dovrebbe anche riconsiderare la possibilità di interventi urbanistici finalizzati a favorire la programmazione e la realizzazione di centri congressi e strutture sportive che favorirebbero i flussi turistici in bassa stagione. Auspichiamo la ripresa di una fase di progettazione e programmazione di interventi nel settore golfistico”.

Gli altri due punti sviluppati nel documento riguardano la mobilità interna ed esterna e la costituzione di una Cabina regionale di regia in materia di promozione turistica, insieme ad un Piano strategico del turismo e ad azioni di comunicazione e promozione.

Richieste e sollecitazioni che trovano ascolto in Regione, hanno ribadito gli assessori intervenuti, Quirico Sanna (Urbanistica) e Gianni Chessa (Turismo). “Sicuramente è finita la stagione del no, questo deve essere chiaro. Il no deve invece essere solo l’extrema ratio. Ritengo che madre natura ci abbia donato un paradiso e di questi frutti bisogna godere. Nessuno dei presenti auspica una aggressione alla nostra terra, che amiamo – ha detto Sanna –. Io sono particolarmente legato da un punto di vista ideologico a Simon Mossa, che, lui architetto e sardista, lavorò per l’Aga Khan, costruendo edifici citati nelle maggiori riviste del settore. Quando parlo di disegno armonico mi riferisco proprio a questo concetto di sviluppo. Penso inoltre che gli imprenditori, chi intende investire, abbiano bisogno di certezze e di regole semplici e chiare. I presupposti alla base del Ppr di venti anni fa oggi non ci sono più e questo va tenuto presente. Tra un anno daremo all’isola una nuova legge urbanistica, rimettendo ordine e dando risposte al comparto del turismo”.

“Bisogna passare dalle parole ai fatti, basta con le favole – ha insistito invece l’assessore Chessa –. Daremo risposte ascoltando i settori produttivi e le associazioni di categoria. I turisti vogliono i servizi e la politica deve dare garanzie. Gli altri paesi, in particolare il nord Africa e adesso anche la Turchia, investono su turismo, marketing, comunicazione. Se non ci muoviamo ci porteranno via fette di turismo. Ecco perché dobbiamo velocemente organizzarci, pianificare e comunicare. Non basta più un resort in Costa Smeralda. Destagionalizzare innanzitutto, ma anche puntare sulla comunicazione e sul marketing. Noi lo stiamo facendo investendo risorse consistenti”.

All’evento hanno partecipato i vertici delle organizzazioni nazionali di Confindustria del settore turistico, ovvero Federturismo, con la vicepresidente Marina Lalli, e AICA, con Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi. Dopo il saluto via Skype del presidente dell’Enit Giorgio Palmucci, spazio ai panel tematici, coordinati dal giornalista Roberto Petretto. Oltre agli assessori della Regione Sardegna Sanna e Chessa, sono intervenuti Mario Ferraro (Smeralda Holding), Lorenzo Corda (Ordine degli Ingegneri) e Massimiliano Cossu (Portale Sardegna). Maurizio Rossini (Trentino Marketing) ha insistito sull’importanza del rapporto tra privato e pubblico: “Se un territorio è ben organizzato le persone vivono bene e diventa automaticamente una destinazione seria”. I manager delle tre società aeroportuali sarde, Alberto Scanu (Cagliari-Elmas), Silvio Pippobello (Olbia) e Roberto Perini (Alghero), hanno invece evidenziato i limiti del mercato turistico sardo: a parte Cagliari, gli aeroporti di Olbia e di Alghero registrano circa la metà del traffico proprio nella stagione estiva.

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