Rimandato a casa 3 volte: “Poteva perdere un piede”. Odissea al pronto soccorso di Olbia

Asl Gallura

L’episodio che sarebbe accaduto al pronto soccorso di Olbia.

Una donna residente ad Arzachena ha denunciato una situazione che lei definisce di malasanità, accaduta al pronto soccorso Giovanni Paolo II, a Olbia. La donna, di nome Maria Diana e originaria di Fonni, ha raccontato di aver portato il marito Gavino 3 volte a causa di un forte dolore alla schiena.

Tutto è cominciato il 25 dicembre alle 14, quando la donna chiama un’ambulanza da Arzachena diretta a Olbia. “Mio marito è stato dimesso a mezzanotte dopo che gli hanno dato degli antidolorifici che non hanno fatto diminuire il dolore – spiega -, quando abbiamo chiesto perché loro ci è stato risposto in modo meravigliato e mi hanno dato una cura domestica. Ma mio marito aveva dolori e non era nelle condizioni di essere riportato a casa già da quel giorno, ma loro mi hanno assicurato che avrebbe fatto effetto a lungo”.

Però il 51enne ha continuato ad avere dolori e qui la donna chiama di nuovo l’ambulanza. “Comincia una notte da incubo – racconta -: lo hanno tenuto tutta la notte senza avergli fatto la flebo e allora ho detto che doveva essere visto da un medico e doveva essere curato con una terapia. Li ho minacciati che avrei chiamato la stampa e così sono arrivate due infermiere che in 5 minuti gli hanno fatto una lastra e dopo 10 arriva l’esito. L’ortopedico mi ha solo prescritto un farmaco neuropatico, un busto e non mi hanno lasciato un dischetto o un referto”.

Il paziente torna di nuovo a casa il giorno dopo, il 28 dicembre, e i dolori non si fermano. “L’ho riportato di nuovo perché volevo che venisse ricoverato, ma mi hanno detto che non potevano fare nulla – prosegue – e loro sapevano che aveva bisogno di un neurochirurgo?”. Lo rimandano a casa anche questa volta e la donna ha chiamato un’ambulanza privata per poterlo riportare, visti i dolori.

A causa dei forti dolori l’uomo torna al Giovanni Paolo II il giorno seguente. “Quel giorno è successo il finimondo perché ho chiamato i carabinieri perché volevano rimandare Gavino a casa e lui urlava che non ce la faceva più e che non voleva tornare a casa. Loro mi hanno detto che non potevano fare nulla, ma dal pronto soccorso hanno detto ai militari che lo avrebbero tenuto. Invece niente”.

L’operazione d’urgenza in un altro ospedale.

Così la donna ha capito che la situazione era grave e si è mobilitata per farlo traferire da un altro ospedale. “Ho capito che non c’era il reparto di Neurochirurgia perché avevano inviato una mail a Sassari – spiega -. Mio marito ha l’ernia del disco e ha rischiato di perdere l’uso di un piede, così ho chiamato a Nuoro e l’ho mandato al San Francesco con un’ambulanza privata. Loro sono stati gentilissimi, degli angeli. Lo hanno operato immediatamente, il 30 dicembre, nonostante la mancanza di posti letto, era in codice rosso. Mio marito ora sta bene, ma la rabbia e il senso di ingiustizia non mi sono andati via: abbiamo passato giorni di incubo”.

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