Senza turisti gli agriturismi restano al palo, le proposte della Cia Sardegna per salvarli

Le proposte della Cia Sardegna.

Una serie di interventi concreti per correre in soccorso alle aziende agrituristiche dell’isola che rischiano di non poter rialzare più la testa, travolte dalla crisi indotta dall’emergenza coronavirus. La ricetta salva agriturismo è proposta dalla Cia Sardegna, che davanti alle enormi difficoltà economiche che le aziende sarde sono costrette a fronteggiare a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19, ha individuato le linee di azione immediato.

Per le aziende dell’agriturismo la situazione attuale è drammatica e se non si interverrà immediatamente il futuro sarà ancora più difficile: la pandemia ha azzerato i flussi turistici alla vigilia della primavera e in vista della stagione estiva con conseguenze drammatiche anche sul fronte della ristorazione che, in agriturismo, risulta particolarmente strategica in quanto direttamente connessa all’attività aziendale agricola.

Di pari passo la sospensione delle scuole e dei viaggi d’istruzione ad esse collegate ha inciso negativamente sul sistema delle fattorie didattiche che, nella maggior parte dei casi, costituiscono una forma importante di diversificazione dell’attività agrituristica. Davanti questo scenario la Cia Sardegna avanza una serie di proposte strategiche: provvedere alla sospensione dei principali versamenti contributivi e previdenziali ma anche delle rate sui mutui e sui prestiti già in essere che rischiano di non poter essere evasi per mancanza di fatturato.

Incentivo, per i turisti italiani, sotto forma di diritto alla detrazione fiscale del 19% di parte delle spese sostenute presso le strutture agrituristiche presenti sul territorio nazionale. Per i viaggi di istruzione nelle fattorie didattiche annullati, riprogrammazione per il prossimo anno, con i costi a carico dello Stato e non delle scuole. Cancellazione della tassa sui rifiuti (la Tari), e della tassa SIAE per rinnovo abbonamento per musica d’ambiente. Oltre a questi interventi, in funzione delle eventuali riaperture delle attività, c’è da affrontare la difficoltà di approvvigionamento dei Dispositivi di Protezione Individuale e l’incertezza rispetto alle regole codificate per ridurre i rischi sanitari nelle strutture agrituristiche.

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