Sul flop di Rinaggiu il sindaco Addis tenta di fare chiarezza

La ricostruzione della vicenda Rinaggiu.

Coerenza, trasparenza e legalità sono i principi rivendicati dal sindaco Gianni Addis in merito alla questione Rinaggiu. Il sindaco ha chiarito lo svolgersi dell’affare Rinaggiu, naufragato lo scorso 9 novembre con l’apertura dell’unica busta pervenuta e che è risultata priva delle proposte tecniche ed economiche e contenente invece una lunga lettera rivolta alla giunta e ai consiglieri comunali.

Il punto di Addis.

Addis ha ripercorso tutte le fasi che hanno portato all’epilogo degli ultimi giorni. Prima l’avviso esplorativo per una manifestazione di interesse per il compendio di Rinaggiu indetta dall’amministrazione Biancareddu il 2 aprile 2019, poi in data 5 giugno la proposta per dare inizio alla procedura di parternariato pubblico-privato da parte dello studio Deiana Avvocati e Consulenti. Da qui la richiesta da parte degli uffici comunali alla società proponente di una serie di documenti tra cui uno studio di fattibilità tecnica, la bozza di convenzione e un piano economico finanziario. La risposta della società fu l’esclusivo interesse all’acquisto del compendio ritenendo che la concessione dello stesso “non fosse sufficiente a garantire l’economicità dellinteresse economico”. Il 25 luglio la giunta comunale accoglieva in liena di massima la proposta progettuale presentata dallo studio Deiana avvocati e consulenti e avviava la procedura di parternariato pubblico – privato.

Il sindaco ha ricordato che “mai fino ad allora si era pensato alla vendita come modalità di valorizzazione del bene”, ma il consiglio comunale si disse d’accordo e il 16 gennaio del 2020 a maggioranza integrò il compendio di Rinaggiu fra i beni disponibili, e dunque alienabili, del Comune, senza rinunciare alla possibilità di valutare possibili soluzioni di concessione o parternariato. Nel consiglio comunale del 18 febbraio successivo veniva nominata una commissione consiliare apposita per la valutazione del valore economico del compendio, nella sua valenza storica, sociale e culturale oltre che puramente patrimoniale e commerciale.

La decisione definitiva venne presa il 25 febbraio 2021, quando il Consiglio comunale deliberò di procedere alla vendita dell’area e dei fabbricati che la giunta portò avanti con la pubblicazione del bando con criterio dell’offerta economicamente più vantaaggiosa con una base di circa due milioni di Euro e con scadenza al 2 novembre scorso e apertura delle buste di offerta.

Il sindaco Addis è passato poi ad alcune considerazioni circa gli eventi degli ultimi giorni. Nega in primis la definizione di “beffa” attribuita al fallimento del bando, fallimento attribuito a sua volta all’esistenza di un secondo bando, relativo all’area fitness della Pischinaccia. “La società rappresentata dallo studio Deiana avvocati e consulenti ha da sempre saputo dell’esistenza contestuale delle due iniziative e considerate non confliggenti tra loro – specifica Addis – e chi aveva interesse avrebbe potuto partecipare ad entrambe le manifestazioni”. Solo un anno e mezzo più tardi rispetto alla prima proposta progettuale per Rinaggiu, la società rappresentata dalla studio Deiana avvocati e consulenti ha chiesto all’amministrazione “di valutare e di riconoscere un diritto di opzione per chi si dovesse aggiudicare il bando di vendita per ottenere in concessione, finanza di progetto o acquisto l’area di Pischinaccia con il fabbrivato ivi insistente e l’immobile denominato “tiro al volo” e l’area circostante”.

Ha attaccato poi l’opposizione: “Sorprende e lascia increduli l’atteggiamento dell’opposizione, che cambia idee, opinioni e posizioni con l’unico scopo bieco e riduttivo di opporsi sempre e comunque“. Il punto focale della critica di Addis è il cambiamento, ravvisato dalla maggioranza, negli atteggiamenti delle opposizioni: “Ha prima detto che non si avevano le necessarie garanzie sulla tutela e sulla giusta valorizzazione del bene una volta venduto, ora accusa di aver redatto un bando troppo garantista, con troppi vincoli e condizioni e dunque di aver fatto fallire il progetto dell’investitore”.

La replica di Comerci

Non si è fatta attendere la replica di Nicola Comerci, capogruppo di Tempio Cambia all’opposizione: “La maggioranza, in Consiglio, dispone di un numero di consiglieri pari al doppio di quello dell’opposizione, ciò consente alla maggioranza, a norma di legge e di matematica, di assumere decisioni in piena autonomia anche a prescindere dal parere della minoranza”. “La maggioranza ha condiviso in Consiglio comunale l’iter di definizione del progetto di alienazione del compendio di Rinaggiu – ha proseguito Comerci – a cui dopo attenta analisi ci siamo espressi contrariamente, optando invece per una soluzione di parternariato.”

Tuttavia “non è stato sottoposto all’analisi del Consiglio l’insieme di altre iniziative che la maggioranza aveva in animo di intraprendere sempre a proposito del medesimo compendio, e quindi tutte le attività parallele da destinarsi sempre nel sito in oggetto”, ha continuato Comerci nella sua ricostruzione dei fatti. Così la minoranza attribuisce l’insuccesso dell’asta alla maggioranza “che si è assunta la responsabilità di procedere in una direzione che ha ritenuto valida e perseguibile”.

Ha rivendicato, invece, la coerenza del suo gruppo: “Sfavorevole alla vendita, e non al progetto ventilato dai potenziali investitori: riteniamo infatti che sarebbe stato meglio procedere ad una operazione di parternariato con il Comune e non alla vendita del compendio”.

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