Quarantasei anni fa a Buddusò il terribile omicidio irrisolto dei fratellini Paolo e Laura

Omicidio Buddusòcredit: fACEBOOK

Il macabro omicidio di 46 anni fa a Buddusò.

Quarantasei anni il duplice omicidio più terribile della storia italiana si consumò a Buddusò ed è ancora senza nome. Avevano 9 e 7 anni Laura e Paolo Fumu, i due fratellini straziati nella frazione del paese di Sa Serra. Era un giorno come tanti, quel 5 ottobre 1977, quando i bimbi furono mandati a raccogliere funghi nel bosco, come facevano spesso nelle piovose giornate autunnali.

Purtroppo quella sera non fecero ritorno. La mamma Maria iniziò a preoccuparsi, poiché non era normale che si fossero trattenuti così a lungo. Decise di andare a cercarli nel bosco, ma non vi trovò traccia. Allertò subito il marito, i parenti e i vicini del paese. Tutti si unirono alle ricerche, ma i due bambini risultavano introvabili.

Solo tre ore dopo, furono rinvenuti i corpi senza vita di Laura e Paolo vennero rinvenuti nel letto del fiume “Olchetta”, a soli 400 metri da casa loro. La madre e i familiari si fecero strada tra disperazione e incredulità. Paolo fu il primo a essere trovato, con il volto rivolto verso l’alto e il corpo ricoperto di pietre. Poco dopo, fu ritrovata anche Laura, con il volto immerso nell’acqua e una grande pietra sulla testa.

Le forze dell’ordine entrarono immediatamente in azione, alla ricerca dell’assassino. Era evidente che solo una persona malata di mente o un maniaco potesse compiere un orrore del genere. Un paio di ore dopo il ritrovamento dei corpi, venne trovata la camicia di Paolo, macchiata di sangue, a confermare che la soluzione del caso non era lontana. Le autopsie confermarono che i due fratellini erano stati torturati, picchiati e uccisi brutalmente. Inoltre, sul corpo di Laura furono evidenziate tracce di violenza sessuale.

Il 12 ottobre 1977, finalmente, si ebbe una svolta nelle indagini quando le autorità arrestarono un ragazzo con problemi mentali conosciuto come “lo scemo del paese“. Sospettato dell’omicidio, venne incarcerato, ma successivamente rilasciato poiché non colpevole. Anzi, si rivelò un testimone chiave, in quanto dichiarò di aver visto l’assassino dietro una siepe mentre uccideva i due bambini.

Collaborò attivamente con le indagini e indicò il vero colpevole: il cugino dei fratellini, Mario, di 13 anni e undici mesi, ma non imputabile penalmente. Secondo il testimone, Mario si era avvicinato ai fratelli, li aveva portati al fiume con la scusa di cercare più funghi e li aveva attaccati con una pietra, uccidendoli. Il giovane ragazzo confermò le accuse, ma le autorità non potevano credere che avesse agito da solo. Ancora oggi quel macabro omicidio non ha un nome e nemmeno un perché.

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