Campanello d’allarme a Tavolara, In una settimana soccorse 5 tartarughe marine

Un campanello d’allarme per l’Area Marina Prottetta di Tavolara.

Sale a 5 il numero di tartarughe ritrovate nel giro di una settimana nelle acque dell’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo.

Gli animali sono stati soccorsi tempestivamente grazie alle segnalazioni fondamentali di cittadine, cittadini e forze dell’ordine e alla successiva staffetta per il trasporto dell’animale in uno dei centri di soccorso presenti sul territorio sardo. Le competenze sviluppate dagli operatori delle Aree Marine Protette, nel corso di tanti anni, a partire dalla costituzione della Rete Regionale per la conservazione della fauna marina per volontà dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna nel 2005, hanno fatto sì che tante tartarughe potessero essere recuperate presso i Centri di Recupero (Ospedalizzazione e di primo soccorso) e, nel corso del medio lungo termine, rilasciate per proseguire la loro vita.

Ma i ritrovamenti degli ultimi giorni risuonano come campanelli di allarme. “Tutti gli animali ritrovati sono vittime di catture accidentali con strumenti di pesca abbandonati (lenze, ami, reti abbandonate) anche l’ultima ritrovata ieri 25 marzo,  provvidenzialmente segnalata da due pescatori sportivi con regolare licenza di pesca – spiega il direttore dell’Amp di Tavolara Augusto Navone. Ricordiamo che le tartarughe ritrovate appartengono alla specie Caretta caretta, la più comune e diffusa nel Mar Mediterraneo e tra gli animali selvatici per i quali sono stati adottati strumenti legali per la loro protezione.”

Si tratta infatti di animali dal ciclo di vita complesso. Sono animali migratori, si spostano in aree diverse del Mar Mediterraneo per scopi diversi: sottocosta per alimentarsi o in spiaggia per depositare le uova. Questa spiccata vivacità per la frequentazione di ambienti diversi li rende estremamente vulnerabili alle modificazioni indotte dall’uomo. Insieme ai mammiferi marini rappresentano le sentinelle della biodiversità da salvaguardare, perché sono animali carismatici e facilmente riconoscibili.

La loro vitalità e resistenza alle lunghe e talvolta complicate degenze restituisce il senso degli sforzi compiuti da chi opera a tutti i livelli: dal cittadino informatore, alle forze dell’ordine e alle Amp che operano secondo mandati e principi istituzionali, fino all’operatore scientifico che agisce con passione. “Ma tutto ciò non è ancora sufficiente – continua il presidente Navone – . Dobbiamo sforzarci di pensare più in grande, agire secondo intenti comuni tra territori che condividono lo stesso mare e dunque lo stesso patrimonio naturalistico. Sin dalla sua istituzione l’Area Marina Protetta di Tavolara ha consolidato la propria mission istitutiva attraverso dedicati progetti di educazione ambientale, sensibilizzazione ed informazione scientifica, giungendo così ad un rapporto di fiducia con gli operatori economici del territorio che oggi dimostrano maggiore consapevolezza sui temi della conservazione e tutela della biodiversità. Pensiamo che questa sia la base per ricostruire una coscienza ambientale collettiva, che appartiene a ciascuno di noi, e una strategia per poter arginare questi fenomeni di degrado che portano alla perdita della nostra più grande ricchezza: la Natura”.

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