Il medico di base di Berchiddeddu va in pensione, mille pazienti restano senza

berchiddeddu

Presentata un’interrogazione.

La carenza di medici di base continua a creare disagi in molti comuni della Sardegna. Una delle ultime segnalazioni arriva da Berchiddeddu e le sue numerose sub-frazioni. Dopo la chiusura delle poste e dello sportello bancario, lo storico medico di base, ultimo presidio istituzionale, andrà in pensione tra qualche giorno, e non si conoscono i tempi nei quali la sostituzione possa avvenire.

Sulla situazione è stata presentata un’interrogazione dei consiglieri Regionali del Partito Democratico Giuseppe Meloni, Gianfranco Ganau, Giampietro Comandini, Salvatore Corrias, Roberto Deriu, Cesare Moriconi, Rossella Pinna e Valter Piscedda.

“La situazione appare quanto mai grave atteso il perdurare della pandemia e, dunque, la necessità per cittadini di avere un punto di riferimento certo al quale potersi rivolgere, sia per le patologie ordinarie che per eventuali patologie legate alla pandemia Covid 19, per le quali spesso si ha necessità non solo di cure ma anche di informazione sui comportamenti da tenere nel caso di sospetto contagio – spiegano i consiglieri – . Inoltre, la presenza del medico di base, in un contesto territoriale dove anche gli spostamenti sono poco agevoli a causa della distanza necessaria per raggiungere la città, consente di evitare il ricorso massiccio dei circa 1000 cittadini residenti nel borgo, alle cure del pronto soccorso, che resta comunque sconsigliato a causa della maggiore esposizione al contagio di pazienti e operatori. Occorre peraltro sottolineare che i dati numerici sul pensionamento di massa dei medici erano noti da tempo e sarebbe stato sufficiente anche solo sfogliare una delle riviste di settore per capire, già nel periodo antecedente la pandemia, che la situazione sarebbe divenuta drammatica (il picco dei pensionamenti è atteso ne corso di quest’anno)”.

I consiglieri chiedono quindi la sostituzione immediata del medico di base di Berchiddeddu al fine di assicurare quantomeno il livello minimo di assistenza ai circa mille pazienti interessati e di alleviare così il loro disagio, in particolare per la popolazione più anziana di età, di non intasare il pronto soccorso dell’Ospedale di Olbia e limitare l’esodo di abitanti verso la città, in particolare della popolazione giovanile che ancora vi risiede.

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