“Morti aspettando la cassa integrazione”, i necrologi all’Inps di Olbia e Sassari

La protesta nella notte.

Manifesti funebri shock appesi davanti alle sedi dell’Inps sono apparsi nella notte anche in Sardegna, come in molte altre città italiane.

La protesta è stata messa in atto dai militanti di CasaPound anche a Sassari e a Olbia. L’intento, secondo gli organizzatori “è denunciare la morte dell’economia italiana e di migliaia di piccoli e piccolissimi imprenditori, messi in ginocchio dalle politiche governative e giustiziati dai disservizi, dai ritardi e dall’incapacità di gestire i pochi aiuti statali da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale”.

“L’inps – aggiungono – dovrebbe essere l’ente pubblico di maggior sostegno ai lavoratori e agli imprenditori in questo momento di profonda recessione. E invece non soltanto si è fatta trovare impreparata a fronteggiare l’emergenza ma addirittura ha aggravato una situazione già critica. Da un lato con i disservizi telematici, dall’altro con la lentezza nella lavorazione delle pratiche che non ha ancora consentito a centinaia di migliaia di cittadini di riscuotere la cassa integrazione e i vari bonus di sostegno al reddito”.

“L’Istituto di Previdenza – conclude la nota di CasaPound – come qualsiasi pubblica amministrazione che si rispetti, dovrebbe essere la cinghia di trasmissione delle decisioni politiche, e invece si è contraddistinto soltanto per le sortite inopportune del suo presidente Tridico, che ha definito pigri e opportunisti gli imprenditori che, dopo il lockdown, facevano fatica a riaprire la propria attività. Per questi motivi abbiamo deciso di protestare davanti a un Istituto che per oltre cento anni ha assicurato serenità agli italiani e che, negli ultimi tempi, si sta trasformando in un baraccone indecente”.

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