Il caro energia porta l’Unione Europea a ridurre le stime di crescita

Le previsioni di Febbraio per la crescita dell’eurozona, poste al 4% per il 2022 e al 2,7% per il 2023, sono state riviste al ribasso per via della crescita vertiginosa dei costi dell’energia passando rispettivamente al 2,7% e al 2,3%. Tra le nazioni più colpite pare troveremo anche l’Italia, poiché il nostro Paese é ancora fortemente dipendente dal gas che arriva dalla Russia.

Nonostante la revisione pessimistica delle stime, questo rimane ancora uno dei momenti migliori per chi predilige il trading di materie prime, criptovalute e azioni legate al settore energetico, visti i profitti astronomici fatti registrare dalle aziende minerarie.

A contribuire alla crescita dei costi delle materie prime è soprattutto la situazione geopolitica europea incerta e un ritorno all’utilizzo del carbone dovuto al rapido aumento del prezzo del gas naturale, divenuto una risorsa di difficile approvvigionamento, oltre che all’espansione del livello di inflazione monetaria a livello mondiale.

Cosa aspettarsi dal PIL italiano

Le prospettive pubblicate per l’eurozona sono molto simili a quelle previste per il Bel Paese. L’Italia, infatti, prevede una crescita interna del 2,4% nel 2022 e dell’1,9% per il 2023, numeri al ribasso rispetto alla precedente stima di Febbraio che poneva la nostra nazione al 4,1% e 2,3%.

Paolo Gentiloni, commissario agli affari economici dell’Unione Europea, ha commentato questi numeri spiegando che l’impatto più grande sulla nostra economia deriva dai problemi legati all’importazione del gas naturale e di come il nostro Paese potrebbe venire duramente colpito e rallentato in caso di tagli delle forniture o ritardi nell’approvvigionamento.

Altro fattore di incertezza per l’aumento del PIL è il turismo: rimane improbabile il ritorno ai livello precedenti al 2019 e risulta difficile fare previsioni certe per l’estate riguardo al numero di stranieri in arrivo.

Italia, grande attenzione ai conti pubblici

In Italia, merita maggiore attenzione la condizione dei conti pubblici. Ottime le previsioni della Commissione Europea che vede il deficit calare al 5,5% del PIL nel 2022 e scendere fino al 4,3% del PIL il prossimo anno. Risultato interessante soprattutto se si tiene conto del valore rilevato nel 2021, ben il 7,2%. A ridursi è anche il debito che prosegue in una lenta ma costante discesa dal 150,8% del 2021, al 147,9% del 2022 e é previsto in chiusura del 2023 al 146,8%. Non fanno parte dei valori rilevati da Bruxelles le ultime misure governative legate alla spesa interna che però si attestano solamente allo 0,3% del PIL italiano.

Gentiloni preoccupato dal rischio recessione

In una conferenza stampa, Gentiloni ha spiegato come l’Italia sia sulla strada giusta per la ripresa, ma debba continuare a muoversi con prudenza poiché i cambiamenti repentini della situazione politica Europea potrebbero causare gravi problemi. Per questo, il Governo ha il dovere di cercare di unire forti misure di supporto all’economia alla ricerca di nuove fonti di introiti erariali, gestendo dunque un delicato mix di aumento delle imposte e riduzioni della spesa pubblica.

Ancora incerto il futuro del Patto di Stabilità: Gentiloni continua dichiarando che la decisione sulla possibile estensione della rimozione delle regole sui bilanci ancora non è stata presa ma che sarà concordata nelle prossime settimane. Infine, il commissario agli affari esteri ha concluso spiegando che un’interruzione del gas in arrivo dalla Russia potrebbe spingere  l’Italia verso un periodo di recessione.

Inflazione, picco in arrivo?

Sul tema inflazione, Gentiloni cita le ultime statistiche che vedono i prezzi al consumo aumentare in Europa del 6,1% nel 2022 per poi calare drasticamente l’anno successivo e tornare al 2,7%. Il picco inflazionario verrà raggiunto nel secondo trimestre del 2022 per poi iniziare una graduale discesa. Numeri simili per l’Italia dove l’inflazione è prevista per il 5,9% quest’anno e al 2,3% per il 2023.

Nonostante i continui rincari energetici, problemi logistici e politici, la situazione economica italiana rimane positiva e, fatto salvo per ulteriori imprevisti, l’inflazione metterà sì sotto pressione famiglie e aziende, ma sarà solamente un problema passeggero che verrà rapidamente risolto di futuri interventi di sostegno governativi e comunitari, che andranno a sommarsi a quelli già previsti nel Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR). Per gli investitori, il 2022 continua a presentarsi come l’anno perfetto per esporre il proprio portafoglio a materie prime e aziende del settore energetico.

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