Superbonus 110%, occasione per la Sardegna: ma serve chiarezza

Sono oltre 300mila gli immobili che potrebbero usufruirne in Sardegna.

In Sardegna occasione per ristrutturare completamente oltre 300mila immobili privati: un possibile giro d’affari di oltre 600 milioni di euro. Ma le imprese e i tecnici chiedono più chiarezza e meno burocrazia per rilanciare i settore. Giacomo Meloni (Confartigianato Edilizia Sardegna): “Noi siamo pronti ma è necessario studiare a fondo tutte le norme per non incorrere in gravi errori.

Ristrutturare la villetta al mare o la casa in condominio in città, applicando un bel cappotto termico, aggiungendo i pannelli solari e fotovoltaici sul tetto e cambiando gli infissi, per far diventare tutto energeticamente efficiente, senza tirare fuori un euro grazie ai fondi stanziati dallo Stato, con il supporto delle banche.

E’ questo il sogno di tutti gli italiani nel 2020. Per molti, presto, questo desiderio potrebbe trasformarsi in realtà, per altri rimarrà solo un semplice miraggio perché sul Superbonus 110% sono tante, troppe, ancora le incertezze. A partire dalla burocrazia, e la totale assunzione di responsabilità finanziaria, che fa storcere il naso in primis alle imprese e ai tecnici che con loro lavorano. E per sciogliere dubbi di certo non basterà leggere, e applicare, i decreti su “Requisiti tecnici” e Asseverazioni”, pubblicati 2 giorni fa.

Basti pensare che se un piccolo immobile da ristrutturare avesse tutti i documenti in ordine, ovvero nessuna difformità esterna o esterna, gli atti da presentare per la cessione del credito verso gli Istituti sarebbero circa 36. Al contrario, se un medio condominio dovesse presentare irregolarità o se gli ingegneri, gli architetti e i geometri dovessero provvedere a “ricostruire” o ricercare documenti mancanti, gli interventi da parte dei tecnici potrebbero arrivare anche a 90. Senza pensare alle polizze assicurative da produrre insieme all’asseverazione.

“Siamo d’accordo che quando i soldi li mette lo Stato, tutto deve essere più che in regola – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – però subissare i tecnici e le imprese con questa tale quantità di burocrazia, ci sembra francamente esagerato in un periodo dove c’è necessità di snellezza e rapidità”.

Oltre a tutto questo c’è poi il rischio dato dai controlli postumi dell’Agenzia delle Entrate: l’Ente, infatti, successivamente ai lavori e al finanziamento, ha 5 anni per verificare l’idoneità dell’intervento. Quindi, se le pratiche non vengono redatte bene, c’è il rischio di una stangata a scoppio ritardato ovvero, se qualcosa dovesse andare storto, cittadini, tecnici e commercialisti si potrebbero trovare nella condizione di dover restituire le somme ricevute e già investite.

Uno dei punti cruciali del bonus è che, per adesso, la sua scadenza è al 31 dicembre del prossimo anno. “A livello nazionale abbiamo chiesto la proroga almeno fino al 2023, per consentire gli interventi con tempi un po’ più dilatati – continua Meloni – ma pochi giorni è arrivato fa l’annuncio del Ministro Patuanelli che ha dichiarato che il Superbonus diventerà strutturale”. “Questa è una eventualità che sottoscriviamo in pieno e che da tempo chiediamo a patto che, però, vengano resi strutturali anche gli altri interventi come i bonus ristrutturazioni, risparmio energetico, mobili, verde e facciate – conclude il presidente – abbiamo necessità che anche questi diventino stabili: primo perché sono i privati che ci mettono i soldi, poi perché sono strumenti molto più agili e con burocrazia ridotta al minimo. Ed è per questo che funzionano in maniera eccellente da quasi 20 anni”.

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