Nuovo codice LEI: per chi è obbligatorio?

Il mondo dei mercati finanziari ha subito molte modifiche: fra tecnologie nuove, crisi finanziarie e gli eventi che ne hanno portato alla mutazione profonda negli ultimi anni, è del tutto naturale che anche gli strumenti per la prevenzione di frodi e attività illecite aumenti, o comunque cambi in qualche modo.

Tra le protezioni messe in atto troviamo il codice LEI, strumento indispensabile per gli operatori finanziari e tutte quelle aziende coinvolte in fondi di investimento e pensionistici. Ovviamente le grandi modifiche apportate alla finanza dalla società post-internet non sono state tutte positive: la trasparenza è diventata un requisito essenziale per combattere le forme, vecchie e nuove, di riciclaggio di denaro. Proprio su questo punto, sulle norme AML (Anti Money Laundering) gli operatori finanziari hanno dovuto abbracciare un set di regole completamente nuovo, pena la perdita di stabilità del sistema e la facilità di abusi da parte dei singoli. Secondo le direttive MiFID II e MiFIR, il codice LEI è un’ottima soluzione per garantire la tracciabilità di tutte le transazioni finanziarie.

Cos’è il codice LEI?

Questo identificativo alfanumerico non è altro che un insieme di 20 caratteri, che riassumono tutte le informazioni importanti di un’azienda: il codice fiscale, la denominazione, l’indirizzo e la struttura societaria, così da identificare dunque tutti quei soggetti giuridici che compiono transazioni finanziarie in entrata ed uscita, permettendone il tracciamento semplificato.
La sua gestione è delegata globalmente al GLEIF, Global Legal Entity Identifier Foundation, una fondazione senza scopo di lucro che rilascia i codici ai soggetti delegati (detti LOU, Local Operating Unit) che durano 12 mesi e vanno rinnovati annualmente.

In Italia la LOU autorizzata è InfoCamere, la società della Camera di Commercio specializzata nel settore informatico. Il rilascio da parte di InfoCamere è affidabile in quanto dipendente direttamente dai dati presenti nel Registro Imprese italiano.
Il collegamento con l’anagrafe tributaria assicura un disbrigo rapido delle pratiche e la verifica della correttezza dei dati senza margine di errore. La procedura di richiesta LEI infatti è molto semplice e si svolge completamente in forma telematica.

Devo avere il codice LEI?

Se si è soggetti giuridici con conto titoli presso intermediari, o si è soggetti al reporting obbligatorio, sì. Tutte le imprese iscritte al Registro Imprese invece possono richiederlo volontariamente.

Il processo per ottenere un codice parte innanzitutto dal fare richiesta tramite InfoCamere o un soggetto intermediario, inserendo i dati salienti dell’azienda: codice fiscale, denominazione e gli altri dati identificativi. Se si utilizzano strumenti come CNS o SPID non è necessario neanche apporre firme digitali, in quanto il modulo sarà considerato valido senza l’apposizione di alcuna firma.
Di contro, è necessario effettuare il pagamento del rinnovo annuale, del costo compreso fra 65€ e 100€ a seconda dei servizi richiesti. Le modalità di pagamento sono tutte online, oppure si può utilizzare il bollettino MAV. A ridosso della scadenza sarà possibile avere ricordato per tempo di rinnovare il codice, di cui è disponibile lo storico online che comprende eventuali codici scaduti o non rinnovati, visibili dai soggetti che consultano il Registro o la visura camerale.

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