Le imprese chiedono risposte chiare e concrete.
Da una parte ci sono i decreti, le ordinanze regionali e quelle comunali, le leggi, le norme sanitarie, i regolamenti, le indicazioni e le interpretazioni. Poi ci sono le date della tanto auspicata riapertura: lontane, vicine, anticipate, posticipate, diverse da comune a comune o da Città Metropolitana a paesi confinanti. A tutto ciò si aggiungono le paure, i “sentito dire”, le notizie vecchie, quelle false, quelle inesatte o incomplete, che rimbalzano sui social, tramite messaggio sugli smartphone o durante le telefonate.
Sotto questa montagna di incertezze c’è sempre un settore, quello delle imprese del benessere della Sardegna, quindi acconciatori, estetisti, barbieri e tutti gli altri operatori, messi con le spalle al muro da 2 mesi di serrata, con tasse e mutui da pagare, debiti da restituire, dipendenti da sostenere economicamente e psicologicamente e burocrazia da combattere. Senza dimenticare le ingenti spese per la sicurezza propria, dei dipendenti e dei clienti.
“Certamente non aiuta avere a che fare con disposizioni, nazionali, regionali e comunali, che nella maggior parte si accavallano o contraddicono e che sembrano scritte per creare problemi alle aziende e ai dipendenti – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – avevamo auspicato un taglio della burocrazia e delle norme ma assistiamo, increduli, al loro aumento e alla moltiplicazione di regole che mettono in difficoltà anche cittadini e clienti“.
“Ogni giorno, da parte di questi artigiani, sempre più disperati – continuano Matzutzi e Serra – riceviamo decine di telefonate e mail con richieste di chiarimenti sulle normative di sicurezza e sulle date di ripartenza dei saloni”.
Ma se parrucchieri e operatori dei centri estetici, districandosi tra mille problemi e pesantissime limitazioni, prima o poi, riusciranno a sollevare nuovamente le serrande e a soddisfare le richieste della clientela, c’è un settore del benessere che rischia di non ripartire affatto: è quello dei dermopigmentisti. Sono quelle figure professionali che, stando strettamente a contatto con le persone, agiscono sul viso e in particolare sulle zone ritenute a rischio di trasmissione del virus. Si occupano, infatti, quasi esclusivamente di trucco permanente e cura delle sopracciglia, degli occhi e della bocca. Nell’Isola, secondo le ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, operano circa 100 imprese che offrono lavoro a circa 250 persone.
Per effetto dell’ordinanza del 2 maggio scorso, emanata dal presidente della Regione, questi professionisti sarebbero, in pratica, al momento esclusi da ogni possibilità di riapertura, anche da quella prevista per le attività di benessere alla persona per il giorno 11 maggio. L’articolo 21, infatti recita: “Per l’effetto, resta vietata l’esecuzione di trattamenti che prevedano un contatto diretto con la bocca, le narici o a zona oculare e perioculare dei clienti, quali – a mero titolo esemplificativo e non esaustivo – il taglio e la regolazione di baffi e/o barba, la depilazione del contorno labiale, l’iniezione di filler per il soft-lifting naso-labiale, la sistemazione di ciglia e sopracciglia e simili”. Per legge, quindi, viene vietato il taglio e la rasatura delle barbe, la pulizia del viso, il contorno occhi e labbra, e tutte le altre attività relative alle zone ritenute probabile “veicolo di contagio”.
“L’articolo, di fatto, limita fortemente l’attività delle imprese se non, addirittura, ne impedisce totalmente ripartenza – commentano presidente e segretario – dobbiamo però ricordare che, per la tipologia di servizio offerto, tali operatori già prima dell’emergenza sanitaria coronavirus usavano particolari precauzioni e dispositivi a tutela propria e dell’utenza, e che possono ora con ulteriori accorgimenti, migliorare le pratiche e le disposizioni di sicurezza.
Non capiamo questa ulteriore restrizione al loro operare. Chiediamo che anche i dermopigmentisti possano operare come tutte la altre tipologie di impresa. Facciamo una richiesta forte e accorata affinché anche loro venga data la possibilità di ricominciare a operare in totale sicurezza”.
Ed è anche per questo motivo che Confartigianato Sardegna ha scritto al presidente della Regione e ai prefetti, e nelle prossime ore anche ai Sindaci, per chiedere che venga fatta maggior chiarezza sulle possibili riaperture, sulle decisioni prese e su quelle che saranno prese per le aziende, partendo sempre dai fondamentali presupposti della tutela della salute di tutti.
Inoltre, per supportare le imprese del benessere a rispettare le norme di sicurezza, Confartigianato Sardegna, ha reso disponibile 2 tutorial che ricapitolano le linee guida nazionali per la riapertura dei saloni. Questi sono disponibili sul sito dell’Associazione all’indirizzo e sui canali social dell’Organizzazione Artigiana della Sardegna.
“Comprendiamo il momento di difficoltà che anche le Istituzioni vivono – concludono Matzutzi e Serra – ma è necessario che il mondo delle imprese abbia risposte chiare e concrete, senza venire danneggiate da ulteriori misure restrittive”.