CBD: cos’è e quali sono i suoi benefici

Negli ultimi anni, complici soprattutto numerosi cambiamenti normativi in giro per il mondo, la ricerca sulla cannabis e sulle sue proprietà benefiche è stata interessata da un boost mai visto prima. La scienza si è concentrata in particolare sulle peculiarità del CBD, il cannabinoide più famoso dopo il THC. Fino a qualche anno fa, solo i consumatori di cannabis ne conoscevano l’esistenza. Oggi come oggi, quasi tutti ne hanno sentito parlare.

Cos’è il CBD? Quali sono i suoi benefici? Scopriamo assieme le risposte a queste domande nei prossimi paragrafi dell’articolo.

CBD: di cosa si tratta?

Il CBD, altrimenti noto come cannabidiolo, è uno dei tanti fitocannabinoidi della cannabis. Il suo primo isolamento risale al 1940. Lo dobbiamo alla sinergia professionale di Roger Adams e Alexander Todd. Poco tempo dopo, ossia nel 1942, venne isolato il THC, la cui fama superò rapidamente quella del cannabidiolo. Tornando alle principali tappe della storia del CBD, un altro anno degno di nota è il 1963. Si tratta di un momento di grande importanza per il cannabidiolo in quanto, in quel periodo, il chimico israeliano Raphael Mechoulam dedicò molto del suo tempo a cercare di descrivere la struttura chimica del CBD.

Come già accennato, in poco tempo le luci della ribalta si spostarono dal CBD al THC. Il motivo? La natura psicoattiva di quest’ultimo. Solo negli ultimi anni, anche sulla scia di un trend sempre più consistente avente al centro la ricerca di rimedi naturali per il benessere possibilmente privi di effetti collaterali, si è tornati ad approfondire i benefici del CBD.

Come agisce il CBD

Il CBD è un fitocannabinoide che non provoca effetti psicoattivi. Risulta anzi in grado di attenuare quelli causati dal suo celebre “cugino”. Come agisce? Interagendo con i recettori del sistema endocannabinoide (ESC). Quando lo si chiama in causa, si inquadra una complessa rete biologica di comunicazione tra cellule del corpo umano. Scoperta all’inizio degli anni ‘90 da Lisa A. Matsuda, attiva presso il National Institute of Mental Health, è stata individuata nel corso di un progetto scientifico avente lo scopo di chiarire le idee in merito alle modalità di interazione del THC con il corpo umano. In questa sede, è stata scoperta l’esistenza del recettore CB1.

La curiosità della comunità scientifica è stata talmente intensa da portare, nel 1992, alla scoperta degli endocannabinoidi, ossia i cannabinoidi che il nostro corpo è in grado di sintetizzare autonomamente.

A partire dall’interazione con il sistema endocannabinoide e i suoi recettori, prendono il via diversi meccanismi di miglioramento dell’equilibrio generale dell’organismo. Tutto ciò si traduce in benefici riguardanti il miglioramento dell’umore – il cannabidiolo agisce sui recettori delle endorfine – il miglioramento del sonno e della sintomatologia dei disturbi d’ansia. La scienza si è più volta interrogata sull’efficacia del CBD in merito a questi aspetti. Degna di nota al proposito è una revisione scientifica risalente al 2015 e condotta congiuntamente da esperti delle Università di New York e di Alicante. Gli studiosi in questione hanno analizzato diverse prove precliniche, scoprendo che il CBD ha un potenziale notevole nel trattamento naturale del disturbo d’ansia generalizzato, ma anche quando si ha a che fare con condizioni come il disturbo ossessivo – compulsivo e il disturbo post traumatico da stress.

Come assumere il CBD

A questo punto, viene naturale chiedersi come assumere il CBD. La soluzione più semplice è il ricorso all’olio. Come mai questa formulazione è così popolare? Perché le membrane che si trovano sotto la nostra lingua – qui vanno versate le gocce dell’olio di cannabidiolo, che ricordiamo non è mai puro al 100% – possono essere considerate a tutti gli effetti una porta d’accesso verso il flusso sanguigno.

Il fitocannabinoide può quindi arrivare direttamente nel sangue senza passare dall’apparato digerente e, di riflesso, senza venir scomposto dagli enzimi digestivi. Si parla quindi di un assorbimento estremamente rapido e, di riflesso, della possibilità, per l’utilizzatore, di apprezzare effetti immediati a seguito della somministrazione del prodotto.

Il contro riguarda il fatto che gli effetti sopra citati non durano a lungo. Ecco perché, in fase di acquisto, è fondamentale porre attenzione alla concentrazione di cannabidiolo nell’olio che si ha intenzione di comprare (il principio attivo è diluito in un olio vettore).

Concludiamo ricordando che il CBD può essere assunto anche tramite le capsule che, a differenza dell’olio, passano per l’apparato digerente.

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