Le audizioni in Commissione Sanità.
Giornata di audizioni per la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Misto): una serie di audizioni per acquisire informazioni aggiornate sulla situazione attuale in cui si trovano le diverse categorie e capire quali siano gli interventi più urgenti da portare avanti.
La Commissione, su proposta del vice presidente Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), ha deciso di presentare una risoluzione che impegni l’assessore regionale della Sanità e i direttori generali delle Aziende sanitarie a procedere all’assunzione dei circa 150 operatori socio sanitari, ancora presenti nelle graduatorie 2009-2013 degli idonei delle province di Sassari, Nuoro, Olbia e Oristano, per coprire il fabbisogno delle strutture ospedaliere. Soltanto dopo le Aziende potranno attingere dalle graduatorie più recenti, partendo comunque dalle più vecchie. I commissari e il presidente si sono trovati d’accordo anche sul fatto che l’Ats debba attivare i corsi di aggiornamento necessari per l’assunzione degli operatori delle vecchie graduatorie, come previsto dalle legge regionale.
I rappresentanti degli Oss hanno, infatti, lamentato anomalie nello scorrimento delle graduatorie. Gli operatori hanno affermato che l’Ats non avrebbe i fondi (5-10mila euro) per organizzare il corso di aggiornamento professionale per gli operatori delle graduatorie 2019-2013, necessari ai fini dell’assunzione. Gli Oss hanno sottolineato che la loro graduatoria ha validità fino al 30 settembre 2019 e che nel nuovo Piano del Fabbisogno del Personaleper annualità 2019, pubblicato con delibera del 7 maggio scorso, sono previste le assunzioni di 225 operatori, oltre alla previsione delle cessazioni di rapporti di 129 Oss, tra tempo determinato e tempo indeterminato. Il presidente Gallus, come i colleghi Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Giorgio Oppi (Udc), Antonello Peru (Forza Italia) e Francesco Agus (Progressisti) hanno garantito la massima celerità nella risoluzione di una situazione definita grave e ingiusta.
La situazione dei medici specialisti ambulatoriali veterinari è stata illustrata dalla dottoressa Patrizia Uras, nel corso dell’audizione in Sesta Commissione. I medici hanno spiegato che negli ultimi anni hanno subito “una pesante penalizzazione a causa di una opinabile interpretazione negativa del contratto nazionale Acn. Pur operando nella Sanità animale da 10 anni ancora non esiste una concreta definizione della nostra figura e delle nostre competenze, principalmente, a causa del fatto che non è mai stato concluso l’Accordo integrativo regionale per la nostra specifica figura”.
La dottoressa Uras ha anche sottolineato come il blocco della pubblicazione delle ore per la specialistica ambulatoriale ha portato a una situazione di lavoro precario, “essendo quasi tutti, dopo dieci anni, pagati per 18 ore settimanali”. I medici veterinari hanno chiesto lo sblocco delle ore per la medicina specialistica e l’aumento del contratto a 30 ore come hanno già fatto in alcune Aziende e la sottoscrizione dell’Accordo integrativo. La Commissione, presieduta da Domenico Gallus, si è detta assolutamente vicina alla categoria e pronta a sostenere le loro giuste rivendicazioni, visto anche l’importante contributo che hanno dato alla soluzione del problema della peste suina e alle emergenze che si verificano nel territorio.
Sono interventi i commissari Gianfranco Ganau (Pd), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), il vice presidente della Commissione, Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), Carla Cuccu (M5S), Giorgio Oppi (Udc) e Giovanni Antonio Satta (Riformatori). I commissari, riconoscendo la professionalità dei medici, hanno definito il loro trattamento da parte dell’Ats non dignitoso e inaccettabile. Il Presidente Gallus ha concluso l’audizione ringraziando i commissari perché anche in questa seduta hanno collaborato, senza contrapposizioni politiche, per risolvere i problemi dei sardi.
I rappresentanti del Comitato hanno chiesto alla Commissione l’attuazione della legge approvata il 18 gennaio 2019 “Disposizioni per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della fibromi algia”. Il presidente Gallus ha confermato la volontà di dare rapide risposte ai malati, che oggi in Sardegna sono circa 2mila.
Più borse di studio regionali per le scuole di specializzazione dei giovani medici sardi e criteri di accesso ben definiti. Lo ha chiesto alla Commissione sanità Giovanni Marco Ruggiu, in rappresentanza dei colleghi di MÈIGOS (Giovani medici Sardegna), che lamentano pochi posti disponibili per la “formazione post laurea in Medicina in Sardegna, un imbuto formativo e carenze del turn over nel Sistema sanitario regionale”. I rappresentati di MÈIGOS hanno, poi, evidenziato i dati dell’Anaao Assomed che parlano di un vuoto in organico in Sardegna di 1154 specialisti entro il 2025, mentre nell’Isola, nel 2018, 339 medici abilitati sardi non ammessi alle Scuole di specializzazione in Medicina.
Secondo i dati forniti dai medici in audizione la Regione Sardegna investe troppo poco sulle borse di studio regionali, che si devono aggiungere a quelle nazionali. In un grafico, Ruggiu ha fatto vedere ai commissari che tra le Regioni autonome italiane la Sardegna è quella che ha investito meno sulla formazione dei propri medici e ha esortato la Commissione ha prendere spunto dalla provincia di Bolzano, dalla Valle D’Aosta e dalla Toscana. Il presidente Gallus e i tutti i consiglieri hanno assicurato che il parlamentino si occuperà della situazione. In particolare Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Gianfranco Ganau (Pd) e Carla Cuccu (M5S) si sono detti d’accordo sulla necessità di trovare i fondi per aumentare il numero delle borse di studio regionali. (eln)