“Un aereo caduto nel mare di Tavolara”, maxi-esercitazione davanti a Olbia

Conclusa a Olbia l’esercitazione “Squalo 2023”

Conclusa ieri a Olbia, nelle acque a sud est dell’isola di Tavolara, l’esercitazione internazionale denominata Squalo 2023. La simulazione di soccorso un aereo caduto in mare, in applicazione degli accordi internazionali S.A.R.Med.Ooc. (Mediterraneo Occidentale) tra Francia, Italia e Spagna.

“All’esercitazione hanno partecipato assetti aero-navali sia nazionali che internazionali – spiegano dalla Capitaneria di porto -. Sotto il coordinamento del Direttore marittimo del Nord Sardegna, capitano di vascello Giorgio Castronuovo“. Sono intervenuti mezzi navali di Guardia costiera, della Marina e dalla Finanza, e quelli aerei dell’Agenzia europea “Frontex”, dalla Francia, oltre a quelli nazionali della Guardia costiera, della Finanza e dei vigili del fuoco. Tutti mezzi previsti dal locale “Piano di soccorso ad aeromobile incidentato in mare”.

Erano inoltre presenti osservatori internazionali da Francia, Grecia, Marocco, Malta e Cipro, due rappresentanti di Frontex e uno dell’European fisheries control agency (Efca). Durante lo svolgimento dell’esercitazione, presso la sala operativa della Capitaneria di Porto di Olbia, si è riunito lo staff di crisi previsto dal piano di emergenza.

Gli obiettivi dell’esercitazione di Olbia:

  • Provare la validità del “Piano di emergenza per il soccorso ad aeromobile incidentato in mare”;
  • Verificare la capacità di collaborazione sul teatro di operazioni tra equipaggi marittimi di Enti/Forze diverse;
  • Testare la sinergia tra le amministrazioni e gli enti coinvolti nella gestione della crisi;
  • Verificare l’interfaccia mare/terra dei soccorsi.

Lo scenario di “Squalo 2023”

“Il volo AirSarda IG0123, decollato dall’aeroporto di Catania alle ore 07.30 con 60 persone a bordo (5 persone di equipaggio e 55 passeggeri adulti) – spiegano -. Nel corso dell’avvicinamento verso l’aeroporto di Olbia dichiara mayday con perdita di quota repentina causa esplosione del motore di dritta con principio di incendio a bordo. Roma ACC informa Olbia TWR che, conformemente al Piano di Emergenza aeroportuale, si attiva in regime di allerta e pre-allarme dandone comunicazione all’UCG Olbia sulla linea punto-punto. E, contestualmente, allerta il Centro Coordinamento Ricerca e Soccorso dell’Aeronautica Militare ed il Centro Coordinamento Soccorso in Mare del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto”.

“Alle 08:35 il contatto radar e quello radio si interrompono. Roma ACC informa la torre di controllo dell’aeroporto di Olbia che a sua volta allerta la Sala Operativa della Guardia Costiera di Olbia (precisando l’ultima posizione dell’aeromobile e le informazioni afferenti al numero di persone a bordo, carburante, carico ecc) – si legge -. La situazione, come rappresentata, potrebbe aver dato origine sia ad un “ditching” (ammaraggio) che ad un “crash” sulla superficie del mare. Su tali presupposti, la situazione viene classificata, secondo le norme, come situazione di allarme aeronautico e marittimo e per la ricerca e il soccorso in mare il coordinamento delle operazioni passa immediatamente al 16° MRSC di Olbia”.

La ricerca e i soccorsi

“La Sala Operativa della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Olbia fa scattare le operazioni di ricerca e soccorso e inizia a pianificare l’impiego coordinato di tutte le risorse aeree e marittime disponibili, disponendo l’uscita dei mezzi nautici in turno nei servizi di SAR marittimo. Le operazioni vengono coordinate in mare, quale On Scene Coordinator, dalla Nave CP940 “Dattilo”, e si svolgono secondo schemi di ricerca assegnati dalla Sala Operativa, i mezzi aerei, coordinati da un Air Coordinator, in volo su un velivolo ATR-42 della Guardia Costiera”.

“Durante questa fase vengono recuperati da elicottero, tramite gli aero-soccorritori “abilitati” alcuni superstiti e trasportati presso l’elisuperficie occasionale allestita nel porto dell’Isola Bianca di Olbia e/o presso le altre strutture sanitarie con elisuperficie, indicate dalle competenti Autorità sanitarie.
Al fine di rendere il più realistico possibile lo scenario da maxi emergenza sono stati coinvolti dei volontari della Croce Rossa Italiana, appositamente “truccati”, che hanno simulato i feriti e che sono stati recuperati sia dalle motovedette che dagli elicotteri”.

“I feriti sono stati poi condotti nel porto di Olbia dove, a cura della Protezione Civile, di AREUS e del 118 è stato allestito un Posto Medico Avanzato presso il quale veniva effettuato il triage al fine di individuare la corretta priorità di trasferimento presso il pronto soccorso dell’Ospedale già nel previsto assetto di emergenza. La “Squalo 2023” è servita a rafforzare i rapporti di collaborazione tra gli Enti, nazionali ed internazionali, che quotidianamente operano a salvaguardia della vita umana in mare, dimostrando l’elevata capacità di interoperabilità tra le varie forze ed evidenziando la capacità di coordinamento che il Corpo delle Capitaneria di porto – Guardia Costiera esprime nell’assolvimento del suo principale compito d’istituto”.

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