Coordinamento Gallura, appello ai sindaci contro progetti eolici e fotovoltaici

L’appello del Coordinamento Gallura.

Continua la mobilitazione del Coordinamento Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica sul territorio per contrastare l’assalto delle multinazionali in Gallura. Dopo il Consiglio comunale di Tempio Pausania, in seduta straordinaria e aperta, del 16 gennaio scorso, e gli incontri avvenuti nei Comuni di Telti, Calangianus e Luras, ieri mattina, nella sala riunioni dell’Unione dei Comuni dell’Alta Gallura, si è svolta una seduta di Giunta alla quale ha partecipato una delegazione del Coordinamento e ha visto la partecipazione di tutti i sindaci, ad eccezione del sindaco di Trinità d’Agultu.

L’argomento “Parchi eolici e fotovoltaici. Analisi e determinazioni” è stato posto al punto primo dell’ordine del giorno. Il primo intervento è stato quello del portavoce del Coordinamento Gallura, Agostino Peru: “La battaglia non è contro le energie rinnovabili ma contro l’agghiacciante meccanismo speculativo che si è innescato, il quale porterebbe alla svendita del nostro paesaggio e a un nuovo colonialismo energetico, che cambierebbe per sempre il volto della nostra terra”. Si parla di richieste di allacci e bozze di progetto che superano di quasi 10 volte la potenza di 6 giga watt di cui si era fatta carico la Sardegna da decreto e che ad oggi ammontano a circa 57 giga watt. “Chiediamo alle amministrazioni di rendere nota alla popolazione la situazione che si è creata in merito – conclude Peru –. Il nostro auspicio è che tutti i sindaci dell’isola si facciano promotori di un grande movimento di opposizione“.

A seguire Gianni Monteduro, attivista, ha illustrato l’iter che assegnava alle Regioni il compito di mappare il territorio e di indicare le zone idonee, cosa che non è stata fatta, creando così un vuoto normativo che ha portato continue richieste di allaccio a Terna S.p.A. per la creazione di impattanti parchi eolici con torri alte 270 metri. “Tutti i territori sono colpiti. Oltre a questo c’è da tenere conto anche dei progetti relativi all’agrivoltaico, che prevede di tappezzare di pannelli fotovoltaici 40.000 ettari: una superficie pari a due volte il comune di Tempio Pausania. Le amministrazioni comunali devono fare resistenza alla devastazione richiedendo alla Regione Sardegna di presentare una moratoria che porti alla sospensione di ogni approvazione dei progetti e contestualmente la mappatura del territorio per indicare le aree idonee e allo stesso tempo è necessario proporre progetti alternativi ragionati per preservare l’ambiente, come le comunità energetiche. L’urgenza è arrivare al palazzo regionale”.

L’archeologa Angela Antona ha portato l’attenzione sul territorio: “Fino ad oggi abbiamo sempre ragionato per singoli siti archeologici, aree in cui sono presenti dei vincoli – ha spiegato – ma ora i sindaci hanno uno strumento fondamentale: quello di considerare non il singolo sito ma il paesaggio nella sua totalità. Nei documenti vengono indicate le aree sottoposte a vincolo ma non le buffer zone, ossia le zone cuscinetto. I sindaci devono far sì che le buffer zone coprano l’intera Gallura“.

L’architetto Marta Tolar ha sottolineato il conseguente consumo di suolo e la non considerazione dello smantellamento delle strutture una volta terminato il periodo di produzione. “Basti pensare che i progetti non sono presentati solo nelle zone pianeggianti, ma persino sulle creste di granito. Ciò che manca, a livello territoriale, è una strategia e una pianificazione, poiché non esiste solo la strategia energetica. Come Coordinamento siamo disponibili ad offrire un supporto tecnico”.

L’esposizione dell’affare speculativo reso meno cupo da parole come ‘green‘ e ‘rinnovabile‘ è proseguita con l’intervento di Maria Antonietta Pirrigheddu, attivista, la quale ha precisato che “Se anche passasse un decimo dei progetti presentati, sarebbe un danno irreversibile. Non c’è niente di temporaneo in questi impianti e, per quanto riguarda il fotovoltaico, è probabile che ci ritroveremo tra qualche anno con delle discariche di vetri rotti da smaltire”. Pirrigheddu prosegue toccando il tema delle leggendarie compensazioni, ridicole e spesso nemmeno corrisposte. “I sindaci possono presentare ricorsi condivisi ravvisando reati ambientali, per danni alla salute e per tutti gli aspetti che riguardano paesaggio, biodiversità, cultura ed economia. È necessario chiedere l’incostituzionalità della legge sulla produzione di energia, che contravviene all’articolo 9 della Costituzione”.

Mauro Gargiulo, presidente di Italia Nostra Sardegna, ha spiegato l’estrema complessità della questione, poiché “I progetti vengono approvati approfittando del vuoto normativo. Al contrario si può far decollare i progetti di comunità energetica che metterebbero in difficoltà i grandi speculatori”. L’auspicio è che i Comuni mettano in campo tutti gli strumenti in loro possesso, in modo da agire sulla Regione e portare a un’intera revisione di tutto il processo”.

Maria Grazia Demontis, attivista, nell’ultimo intervento della delegazione ha portato un esempio di resistenza virtuoso. “Un Comune della Puglia, Volturino, chiamato in causa dall’impellente necessità di produrre energia, ha vinto dotandosi di un proprio piano energetico comunale. Definiamo quindi un piano energetico territoriale creato dall’Unione dei Comuni”.

Dopodiché Emiliano Deiana (Anci) ha condiviso l’esigenza di intervenire convergendo sulle priorità espresse dal Coordinamento: moratoria, mappatura, piano energetico regionale e produzione di una mappa dei beni identitari.

Il sindaco di Aggius, Nicola Muzzu, ha portato la propria esperienza: “Abbiamo ricevuto diverse richieste per l’installazione di altri impianti, che abbiamo già rifiutato. Aggius ha già 34 aerogeneratori. Abbiamo inserito nel nostro piano urbanistico dei vincoli molto stretti in modo tale che il parco non possa essere ampliato. Occorre stare attenti e vigili. Ciò che viene proposto oggi non è un riconoscimento economico stabilito ma delle compensazioni ambientali. Anche a noi devono dare il 5% ma è da sei anni che non abbiamo nessun riscontro. Non rispondono nemmeno alle pec! Se i Comuni si uniscono, e la Regione ci viene dietro, le cose possono cambiare“.

Essendoci altri punti all’ordine del giorno da affrontare, la Giunta dell’Unione ha aggiornato l’incontro a martedì prossimo, che sarà anche momento di deliberazione.

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