Boom di violenze sui minori in famiglia in Gallura, il pericolo è in casa

bambini Gallura

Aumentano i reati contro i minori in famiglia in Gallura e in Sardegna.

La scomparsa del piccolo Matteo ad Arzachena ha aperto una ferita sul fenomeno della violenza contro i minori in famiglia in Gallura e nell’Isola. Il 16enne non aveva retto agli abusi domestici perpetrati pochi anni fa dai genitori e una zia, i quali sono stati condannati a 8 anni.

Abusi terribili in un contesto di degrado, interrotti dalla richiesta di aiuto del bimbo alle forze dell’ordine. Solo in Sardegna 47,7 minorenni su 1.000 sono seguiti dai servizi sociali, vittime di violenze in famiglia. Un fenomeno agghiacciante che fa emergere che la famiglia, spesso luogo che dovrebbe garantire protezione, diventa teatro di abusi.

I dati in Sardegna e in Gallura.

Nel corso del 2022, stando al rapporto “Indifesa” curato dalla Fondazione Torres de Hommes nel 2023, sull’isola sono stati commessi 162 reati, mostrando un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Le violenze sessuali sono state il 40% in più rispetto all’anno precedente. Nel 2023 c’è stato anche un dato preoccupante di infanticidi in Sardegna. Lo scorso anno sono scomparsi due minori, la più piccola aveva solo 6 giorni ed è morta di stenti, l’altra è stata uccisa a soli tredici anni.

Anche la provincia di Sassari e la Gallura non sono esenti da questo fenomeno, dove spesso i minori non solo diventano vittime di violenza assistita, ovvero spettatori di abusi domestici contro uno dei due genitori, ma diventano vittime in prima persona da parte di genitori e altri membri della famiglia.

E’ necessario specificare che in Italia, oltre ad essere un fenomeno sommerso, non esiste un sistema di raccolta dati in tema di violenza nei confronti dei minori, come richiesto anche dalle raccomandazioni del Comitato Onu per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Dunque diventa molto difficile riuscire a tracciare con precisione la portata del fenomeno.

Casi recenti in Gallura.

La storia del piccolo Matteo ha sconvolto tutti in Gallura e in Italia. La fine del 16enne Arzachena era legata ad una lunga storia di abusi domestici, finita poi con la condanna dei genitori e della zia a otto anni di reclusione. Quella condanna però non aveva posto fine ai tormenti del ragazzino, che non ha retto ad anni di gravissime violenze fisiche e psicologiche, nel quale il piccolo veniva segregato in camera senza letto e in condizioni igieniche precarie.

Ma le violenze sui minori in Gallura sono tantissime e i casi emersi recentemente dalle denunce di altri bambini ne sono la prova. In un paese della Gallura tre bambini sono stati picchiati in una casa e costretti a vivere tra escrementi di cane e risse tra genitori. Il caso è emerso a ottobre 2023 perché i famigliari sono finiti a processo. La vittima più piccola aveva solo 3 anni. Come Matteo, i bambini avrebbero subito violenze fisiche e psicologiche in un contesto di degrado, dove sarebbero stati colpiti con schiaffi e colpi di cacciavite. Le indagini sono partite 3 anni fa, quando uno dei figli sarebbe stato colpito dal padre fino a farsi la pipì addosso. 

Lo scorso anno è emersa un’altra storia raccapricciante, dove il padre e la nonna di un bambino di soli 9 anni avrebbero fatto degli esorcismi perché lo ritenevano indemoniato. Il ragazzino è stato allontanato dalla casa, situata in un paese della Gallura. Mentre recentemente un 40enne residente in Alta Gallura era stato arrestato per abusi sessuali nei confronti del figlio, in quanto sarebbe stato fotografato mentre il padre faceva sesso con altre persone. 

Come riconoscere i segni di abusi.

Gli abusi nei confronti dei minori sono un fenomeno sommerso, anche più della violenza domestica contro le donne, perché molti bambini hanno paura di denunciare gli adulti e hanno maggiori difficoltà a riconoscere gli abusi, perché gli autori sono figure di riferimento e per il legame affettivo. Oppure non sanno a chi chiedere aiuto. Altre volte sono i fattori culturali a scoraggiare le denunce, come la tendenza a pensare che picchiare un bambino sia mezzo di correzione e che l’uomo nero sia sempre un estraneo.

Diventa dunque importante riconoscere i segnali del bambino vittima di violenze. Spesso sono gli altri adulti, come le istituzioni, ad accorgersene. Save the Children ha stilato alcuni segni fisici e comportamentali che sono comuni nei bambini colpiti da abusi in famiglia. Non sempre ci sono dei segni fisici, che però vanno riconosciuti. Vanno dai classici lividi, contusioni, segni di denutrizione, chiazze di calvizie, ospedalizzazioni e ricoveri frequenti. Altri segnali sono: reattività esagerata; scoppi improvvisi di rabbia; paura dell’esterno; instabilità reattiva; arroganza nel contesto di origine e perfino rifiuto del contatto fisico. Di contro il bambino può mostrare ricerca di attenzione eccessiva oppure carenza di emozione. 

Spesso i bambini vittime di violenze psicologica hanno un atteggiamento timoroso o aggressivo; personalità rigida e scarsa capacità di adattamento; una continua svalutazione delle proprie azioni e pensieri; scarsa socievolezza; iperattività; adultizzazione precoce; ansia nelle separazioni o abitudini improprie o stereotipata. Altri segnali sono se c’è crudeltà o comportamento di sfida; ansia, scarsa autostima; tristezza, inibizione.

Come chiedere aiuto.

Ci sono diverse vie per denunciare un abuso domestico sui minori. Da molti anni esiste il Telefono azzurro, al numero 1.96.96 o al servizio chat presente nel sito www.azzurro.it, cliccando su ch@tta con Telefono Azzurro. Inoltre esiste anche il servizio 114 Emergenza infanzia. Altre vie sono quelle di rivolgersi alle forze dell’ordine, ma anche al pronto soccorso. Altri strumenti per uscire dalla spirale di violenza sono i consultori ASL e i servizi sociali comunali.

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