Anche Olbia ricorda i caduti nel martirio delle foibe

martiri delle foibe olbia cerimonia - foto di matteo LaconiCerimonia in ricordo dei martiri delle foibe - Olbia, 10 febbraio 2023 - Foto di Matteo Laconi

La cerimonia per ricordare i martiri delle foibe si svolge tutti gli anni in piazza Roych.

Anche quest’anno a Olbia si è svolta la cerimonia in ricordo dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati.

La cerimonia.

Alla presenza del sindaco Nizzi e degli attivisti che storicamente si sono occupati dell’organizzazione, con le note del “Silenzio” suonate da un trombettista, durante la cerimonia sono stati ricordati gli italiani martirizzati nelle cavità naturali del nord est e gli esuli – popolazione italiana autoctona della Venezia Giulia, della Dalmazia e del Quarnero – vittime degli efferati attacchi delle truppe di Tito e dei partigiani jugoslavi alla fine della seconda guerra mondiale e anche successivamente.

La cerimonia di questa mattina – video di Emanuele Molinas

Il ricordo di Maria Grazia De Filippi e Davide Rossi.

Marco Buioni, organizzatore storico dell’evento insieme alla compianta Maria Grazia de Filippi, ha tenuto a ricordare la professoressa di Olbia scomparsa due anni fa. Ricordato anche il giovane Davide Rossi, tragicamente scomparso pochi mesi fa, uno tra gli attivisti che in passato hanno partecipato alla cerimonia.

Ennio Roych, olbiese, tra i martiri delle foibe.

La piazza dove si svolge annualmente la cerimonia è intitolata dal 2004 a Ennio Eoych, veterinario nato a Olbia il 1899, morto a Caporetto a fine aprile 1945, giustiziato dai partigiani titini. Alla guida del battaglione “Mussolini”, certo della sconfitta, per difendere i confini della Patria scelse di affrontare in una battaglia senza quartiere le truppe di Tito. Poco prima di morire, rivolgendosi ai suoi uomini, affermò: “La guerra è finita e per noi è una guerra perduta. Tutti i popoli attraversano periodi dolorosi e questa è la nostra volta. Io sono vecchio e non credo di poter sopravvivere. Voi siete giovani, e molti giovanissimi, e quindi potrete riabbracciare le vostre madri e le vostre spose. Guardate queste nostre montagne – le Alpi Giulie -. Sono i nostri confini e qui dovrete tornare. Ragazzi! Ancora una volta salutate il vostro comandante!”

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