Piano anti alluvione per Olbia non c’è la nomina del sub commissario. Il comitato chiama la procura

Il piano anti alluvione a Olbia.

Il count down sta per scadere. “Entro fine gennaio nomineremo il sub commissario”, aveva abbozzato il governatore Christian Solinas, incalzato sul piano anti-alluvione di Olbia, rimasto da un anno in salamoia. E poi? “Poi servirà la struttura e poi…” si vedrà. Un proclama che aveva lasciato perplesso il consigliere regionale dei 5 Stelle Roberto Li Gioi. “Per fortuna ha parlato di gennaio e non di maggio, perché altrimenti sarebbe stato naturale dire A Maggiu mai”, aveva ironizzato.

Gennaio è agli sgoccioli e da Cagliari, fatta eccezione del litigio del sindaco Settimo Nizzi con gli uffici del commissario per le opere di mitigazione del rischio idrogeologico (“Non con il governatore”, che è il commissario, si è affrettato a chiarire il primo cittadino, ma con i suoi uffici) tutto tace. Un silenzio che sta mettendo in imbarazzo anche l’assessore all’Ambiente Gianni Lampis, che tra le righe aveva fatto capire di non avere nulla in contrario con il progetto dei canali scolmatori per salvare dal fango la città.

Il nodo è sempre quello: piano Mancini o piano Technital. In gioco non c’è solo la maggiore sicurezza di Olbia e il minor imbatto ambientale. Ma anche la rielezione del sindaco stesso, che sulla promessa di fermare il progetto sostenuto dall’asse Regione e Comune della precedente amministrazione aveva giocato il carico da 90.

Intanto il Comitato Salva Olbia presieduto da Flavio Lai comunica di aver chiesto l’intervento della Corte dei Conti, della Procura e dell’autorità nazionale anticorruzione per il rischio idrogeologico. Una segnalazione che non ha nessun valore effettivo, se non quello di sollevare l’attenzione sul problema di due progetti da troppi anni fermi ai box.

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