Gli alloggi popolari nel quartiere San Simplicio fanno discutere: “Temiamo altro degrado”

San Simplicio

Le critiche nel quartiere di Olbia.

La riqualificazione del quartiere San Simplicio per mezzo del progetto PinQua e con il Pnrr divide i residenti del rione olbiese. Nel frattempo, molti di loro stanno attuando interventi di restauro delle loro abitazioni, mentre altri le hanno già ristrutturate e sono tornati a ripopolare l’abitato.

Secondo alcuni vecchi e nuovi abitanti di San Simplicio, quartiere che piano piano anche grazie il loro intervento sta uscendo da degrado, il progetto su cui sta investendo il Comune per la rigenerazione urbana è controproducente. L’amministrazione lo aveva proposto proprio per combattere il degrado che negli ultimi anni aveva colpito il rione, ma secondo chi ci abita produrrebbe l’effetto opposto.

“Per quanto io sia d’accordo con la costruzione delle case popolari, penso che questo in una zona centrale porterebbe persone poco raccomandabili”. E’ di questa opinione una donna che da poco ha ristrutturato la sua vecchia abitazione su una delle vie principali di San Simplicio. Ma il quartiere è diviso, poiché per la maggioranza di loro significa recuperare case fatiscenti sulle quali non è possibile intervenire in alcun modo. “Ben vengano le case popolari, a Olbia non ce ne sono tante e quelle poche sono state costruite negli anni ’60”, dice un altro.

Il progetto.

Olbia ha ricevuto 12,4 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dal Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua). Questi fondi serviranno per cambiare il volto dei quartieri Gregorio e San Simplicio. Il progetto prevede la costruzione di 60 alloggi popolari sparsi per i due rioni della città. Questo prevede l’abbattimento e/o la ristrutturazione di alcuni immobili individuati già dal Comune e acquistati. Uno fatiscente si trova in via Doria in un’area di proprietà comunale. Là nasceranno 7 alloggi popolari. Altre 14 case saranno riqualificate dal Comune tra le vie Fausto Noce, Brigata Sassari e Vittorio Veneto. Poi c’è il palazzo della Ferrovia, che diventerà una delle sedi dell’Università di Olbia. Ma la rivoluzione nel quartiere è già in atto, le case fatiscenti grazie all’intervento dei privati sono sempre meno.


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