Il progetto del tunnel tra la Sardegna e la Corsica.
Sono appena 11 chilometri che separano Santa Teresa da Bonifacio. Appena qualche bracciata, in gergo marinaresco, che se non fosse per le forti correnti sembrerebbe un gioco da ragazzi, in confronto al Tunnel della Manica, che di chilometri ne è lungo 37, o la galleria di Seikan in Giappone, lunga poco più di 50 chilometri.
Le recenti vicissitudini dei traghetti della Moby, che hanno lasciato più volte a terra passeggeri e merci in transito tra le due isole, hanno riportato all’attenzione il progetto di costruire un tunnel sottomarino per unire definitivamente le coste. Il progetto è sostenuto dal governatore della Corsica Gilles Simeoni, che l’ha presentato, nelle scorse settimane, al presidente della Sardegna Christian Solinas, poco prima che iniziasse l’emergenza coronavirus.
Si tratta di un passaggio che dovrebbe correre 50 metri sotto il mare, con ingresso alla periferia di Santa Teresa ed uscita in prossimità del porto di Bonifacio. Per realizzarlo, assicurano dalla Corsica, basterebbero 5 anni e 5 miliardi di euro. Soldi che sarebbero facilmente reperibili tramite un finanziamento dell’Unione Europea e coinvolgendo nell’impresa alcuni grossi contractor, tra cui la spagnola Dragados, già coinvolta nel collegamento tra la Danimarca e Svezia.
Il dossier, assicurano dalla Corsica, avrebbe un beneficio enorme sul turismo e consentirebbe di mettere in atto quelle sinergie tra le isole sempre annunciate a parole, ma mai realizzate nei fatti. Anche a Solinas l’idea piace e sembrerebbe davvero tutto bello, se non fosse che sulla copertina del dossier è stampato un grande Pesce d’Aprile.