Aperitivo polemico per un turista: “20 euro in più per il vino, senza avvisarci”

Un turista protesta per il trattamento a Baja Sardinia: il vino costava molto di più e non l’hanno avvisato

Protesta un turista veneto per la mancanza di trasparenza sul costo del vino in un locale di Baja Sardinia. Non è la solita protesta di chi si trova un maxi-conto in locali dove ci si deve aspettare un maxi-conto. E neanche quella di chi vuole che si parli delle sue vacanze in Sardegna per farsi pubblicità: questo è lo sfogo di un cliente veneto contro un certo modo di lavorare. Il vino ordinato non era disponibile ed è stata proposta un’altra etichetta, ma senza avvisare della differenza di prezzo. Con rabbia e delusione. “Chiedo il listino. Non c’è – racconta il turista veneto che frequenta la Gallura da 25 anni -. Vado allora in cassa e chiedo, subodorando da subito la fregatura (conosco bene certi posti, purtroppo), quanto costa una bottiglia di Funtanaliras Oro: 30 euro mi dice il proprietario, dopo aver scartabellato non poco e dopo un consulto con un altro addetto. Il prezzo, tutto sommato, è equo. La ordino e mi accomodo”.

“Arriva la cameriera e mi dice che il Funtanaliras è finito, ma c’è il Petrizza – rivela -. Dico ok, sapendo già che è chiaro che mi fregheranno sul prezzo (la cameriera nulla dice e la diversa cantina non giustifica variazione sensibile di prezzo, basta guardare su internet e/o conoscere direttamente). Bevo (aggiungo due gin tonic, poi: 8 euro l’uno, onesti) e vado in cassa”. Il turista veneto arriva allo scontro finale. “Il proprietario, uomo con qualche anno più di me, conteggia il vino a 50 euro anziché 30. Pago con carta e gli dico, senza peli sulla lingua: ‘lo so che mi inchiappetti sul vino, l’ho capito subito, ho ordinato un Funtanaliras a 30 euro e mi hanno portato un Petrizza a 50 senza dirmi niente rispetto al prezzo’. Lui risponde ‘Ma non ti hanno detto niente davvero?’. ‘No’, dico io. ‘Ah scusa, allora’, replica lui. ‘Non scusarti, dammi i 20 euro di differenza, invece” rispondo io. ‘Eh no’, dice lui. Pago e faccio presente che non tornerò più, perché ‘non si frega la gente così'”.

“Ora, ripensandoci, ho cambiato idea: torno, prendo due bicchieri d’acqua e mi fermo per 3 ore, per godermi il tramonto. E vediamo se qualcuno dice qualcosa sulle 3 ore di ‘occupazione’ e su che prezzo mi fanno per due acque minerali (una naturale e una frizzante, specifico) – conclude il turista-. Sperando che anche questa brutta Sardegna sparisca presto e lasci spazio alla regione vera (e ai sardi veri) che io amo da più di vent’anni”.

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