Waterfront di Porto Cervo, lusso ed imprese non pagate

Il caso delle imprese non pagate per il waterfront.

Quell’immagine del taglio del nastro è nella testa ancora di molti. Quei sorrisi, quei volti distesi e quella classica stretta di mano sotto il cielo di una delle località più prestigiose del mondo: Porto Cervo.

Avevano lavorato alacremente per consegnare alla perla della Costa Smeralda la via dello shopping più esclusiva, dove brand di lusso e marchi d’alta moda fanno a gara per uno spazio in vetrina. Il Waterfront di Porto Cervo raccoglieva l’eredità di quello che per anni era diventato un simbolo altrettanto importante per l’estate dei vip, il villaggio Harrods, e per le aulee dei tribunali, a causa dei lunghi bracci di ferro sull’utilizzo della banchina del Porto Vecchio.

Torna il Waterfront di Porto Cervo: alta moda e brand di lusso da tutto il mond

Tavolato in legno scuro come supporto, sky box in cristallo, materiale per la movimentazione delle pesanti strutture e tanto verde. Peccato che alcune delle imprese che l’anno scorso hanno eseguito i lavori per realizzare questo salottino dello shopping non siano ancora state pagate. Colpa di una complicata vicenda che ha visto un’impresa, da cui avevano ricevuto l’incarico, arenarsi nei faldoni di un concordato preventivo.

Chiariamo subito: qui non c’è nessuna resposabilità da parte del Consorzio Costa Smeralda, di Smeralda Holding e di tutte le strutture che gesticono le aree di Porto Cervo. Hanno fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi impresa: affidare la realizzazione del progetto ad un capo commessa. È da qui in poi che la vicenda si è complicata, tra divisione dei compiti e dei lavori.

Fatto sta che per alcune imprese quelle fatture insolute iniziano a pesare sui bilanci della propria attività. E l’immagine non può che non stridere con quella dei sorrisi e delle strette di mano che in molti ricordano del giorno dell’inaugurazione del Waterfront.

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