La gelateria, la libreria, il barista: così Olbia riparte tra incertezze e speranze

La fase 2 a Olbia vista dai commercianti.

Vie ancora semivuote e attività aperte, molte per sanificare i locali. È il primo giorno della fase 2 a Olbia e l’atmosfera è surreale, quasi apocalittica, ma le attività hanno voglia di ricominciare. Dimentichiamoci il centro popolato di turisti, ma anche locali, come eravamo abituati in questo mese. Oggi gran parte delle attività sono ancora chiuse al pubblico, molte delle quali stanno sanificando i locali.

Qualcuno aveva già aperto, come negozi di abbigliamento per bambini e librerie. Loro stessi ci raccontano le loro preoccupazioni e come affronteranno questa fase. “Quello che ci aspettiamo nel futuro non è molto florido se il turismo non arriva sarà dura – ha detto Mirella Manzotti che assieme ad Andrea Careddu gestiscono in Corso Umberto la storica gelateria Smeralda -. Sarà poco rosea la situazione anche il prossimo inverno, perché tanti clienti affezionati di Olbia avranno perso il loro potere di acquisto”.

Un po’ di speranza ce l’hanno i titolari della gelateria Smeralda, che si sono organizzati con l’asporto. “Per adesso i clienti possono passare a prendere il gelato e ritirarlo – ha detto Mirella -, purtorppo però può entrare una persona alla volta, dopo aver igienizzato le mani. Chissà se questa estate si potrà passeggiare col gelato”. Un’altra attività che ha cominciato ad aprire è lo storico negozio Arimar Baby, gestito da Annalisa Usai e aperto a Olbia da una trentina di anni. La vede dura la titolare, anche se spera che tutto andrà per il meglio.

“Abbiamo aperto venerdì scorso e solo oggi ho avuto un po di positività perché qualche cliente è entrata nel mio negozio – ha detto la titolare -. Ho avuto delle perdite perché annullando le cerimonie religiose non ho potuto vendere molti prodotti ordinati”. Più avanti, tra le viuzze c’è la libreria Mondadori che ha aperto al pubblico lunedì scorso. Il dipendente del punto vendita, Davide Pittorru, ci racconta le sue incertezze e speranze.

“Vediamo la stagione come andrà. Certamente c’è stato un calo delle vendite perché i clienti che abitano fuori dal centro sono mancati – ha detto -. Anche noi abbiamo una clientela turistica perché siamo al centro e quest’anno non so se ci sarà qualcuno. Quando sabato sera ho chiuso, alle sette, ho visto due persone solo. Fortunatamente mi sono fermato solo un mese e mezzo e penso a chi è in cassaintegrazione o chi non sarà assunto”.

A dover tagliare il personale purtroppo sarà il bar Spirit Boutique, sempre tra le viuzze del centro di Olbia. Il titolare Emilio Rocchino, in società con Carlo Quaglia, gestiscono due bar nel centro storico e hanno 5 dipendenti che non potranno assumere questa estate. “Dobbiamo essere positivi, e trovare delle vie di fuga in maniera rispettosa a ciò che ci impongono, anche se spesso ci penalizza – ha spiegato il ristoratore -. Stiamo sanificando il locale a nostre spese e cominciato il servizio di asporto, anche se per essere ben organizzato dovrebbe prevedere l’assunzione di personale e in questa situazione è difficile”.

Le preoccupazioni di Rocchino sono le disposizioni per i ristoratori che hanno piccole attività: “Dobbiamo aprire per pochi clienti? Le nostre paure è che non si riesca a coprire i costi in questo modo”. Lo Spirit Boutique si è reinventata, con un’iniziativa solidale. “Abbiamo relizzato dei voucher da regalare per ogni 25 euro di acquisto. Il 5 percento sarà devoluto ospedale di olbia per i respiratori”.

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