Caro traghetti, Lai (Pd): “Aumenti discriminatori, sardi sequestrati per due mesi”

traghetti Olbia

Il deputato Silvio Lai interviene sul caro traghetti per la Sardegna

“Ingiustificabile e discriminatorio l’esoso rincaro dei costi dei traghetti per la Sardegna nel periodo estivo”, denuncia il deputato Silvio Lai. L’esponente sardo del Pd della Commissione Bilancio commenta i tariffari praticati dalle compagnie navali che garantiscono le tratte dal Continente verso l’isola.

L’appello al Garante

“Il costo del biglietto di ponte raddoppia addirittura quello praticato per un viaggio aereo in regime di continuità territoriale. E per di più non ci sono evidenti differenziazioni tra le diverse compagnie navali quasi a far palesare un accordo tra i diversi interessi – continua -. In palese violazione delle norme sulla concorrenza e sul diritto alla libera circolazione di tutti i cittadini. Per questo, raccogliendo le denunce degli organi di informazione e delle organizzazioni di rappresentanza dei consumatori, ho chiesto formalmente l’intervento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato“.

“Piani tariffare da rivedere con urgenza”

“Quei piani tariffari devono essere rivisti con assoluta urgenza anche perché se rimarranno tali verrebbe impedito a decine di migliaia di cittadini A cominciare da quelli sardi, che non hanno disponibilità sufficienti per sopportare i gravosi costi, di potersi ricongiungere con le proprie famiglie o anche di godersi qualche giorno di ferie dopo una stagione di lavoro”.

“Ciò che è altrettanto insopportabile è il silenzio della Regione che come sempre subisce e in molti casi è accondiscendente ai voleri dei grandi interessi. La Regione non può chiedere incontri al ministero dei Trasporti solo per inseguire strategie fallimentari per ottenere posti in Cda – conclude Lai -. Chieda il presidente della Regione al ministro Salvini di convocare le compagnie di navigazione e chieda conto di queste speculazioni posto che ledono irrimediabilmente la competitività turistica ed economica della Regione e rendono i sardi prigionieri nella propria isola, se non si possono permettere di usare uno stipendio intero per andare a trovare i proprio parenti nel territorio italiano”.

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