Calcio, il caso Tharros – Calangianus e le 10 giornate di squalifica a un calciatore

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Tharros – Calangianus e la squalifica del bomber oristanese.

Ha suscitato grande clamore il caso della partita del campionato di Eccellenza di domenica scorsa Tharros – Calangianus. Il prologo della partita – parziale, per il momento – consiste ine diverse squalifiche, tra le quali spicca quella di ben 10 turni al bomber oristanese Calaresu.

La partita è stata accesa, ma come tante altre, e non ha fatto registrare casi di particolare rilevanza disciplinare nell’arco dei 90 minuti di gioco – più recupero -. I problemi sono sorti alla fine del primo tempo e alla fine della partita, con episodi in cui sono stati coinvolti giocatori e dirigenti.

Squalifica per il Calangianus.

Inibito a svolgere qualsiasi attività fino al 23 novembre 2023 il dirigente del Calangianus Domenico Fois, che, secondo quanto si legge nel comunicato ufficiale della Figc-Lnd regionale n.56, avrebbe insultato alcuni tesserati della squadra avversaria a fine gara.

Più pesante il bilancio per quanto riguarda la Tharros.

Due giornate di squalifica per i calciatori Fabio Boi, Francesco Cabasino e Marco Alberto Lonis. Il primo avrebbe “scagliato con forza il pallone contro un calciatore della squadra avversaria, senza colpirlo. Inoltre teneva atteggiamento provocatorio nei confronti degli avversari”. Il secondo, secondo il comunicato federale “a fine gara colpiva con una pallonata un calciatore della squadra avversaria, senza conseguenze”. Il terzo, “a fine gara spintonava un calciatore della squadra avversaria”.

Per quanto possano sembrare eccessive le squalifiche, si tratta di sanzioni previste dal codice di giustizia sportiva, che i calciatori dovrebbero conoscere. Ma molto spesso capita che calciatori e dirigenti, dopo fischio dell’arbitro che segnala la fine di primo e secondo tempo, allentino la percezione delle proprie responsabilità. Lasciandosi andare a gesti che violano le regole del gioco e che nella fase agonistica non hanno compiuto.

La maxi squalifica di Simone Calaresu.

La sanzione che fa più discutere è quella comminata al n.9 della Tharros, il bomber Simone Calaresu, reo, secondo l’accusa di un guardalinee, di aver lanciato una bottiglietta d’acqua vuota in testa all’altro assistente arbitrale, colpendolo, durante la pausa tra primo e secondo tempo, al rientro negli spogliatoi.

“La condotta del Calaresu è stata certamente non violenta – si legge nel comunicato della Figc-Lnd -, nel senso che si trae sia dall’art.35 del C.G.S (“Costituisce condotta violenta ogni atto intenzionale diretto a produrre una lesione personale e che si concretizza in una azione impetuosa ed incontrollata, connotata da una volontaria aggressività”), sia dai principi generali del diritto, che dalle nozioni di comune esperienza. Tale condotta del Calaresu è stata del tutto deprecabile, destinata a sfociare, così come è sfociata, in una condotta gravemente irriguardosa nei confronti dell’assistente arbitrale, ai sensi dell’art. 36, comma 1, lett. b del C.G.S.. Che prevede una sanzione minima di 8 giornate di squalifica, di talché appare equo squalificare il Calaresu per 10 gare effettive“.

Le “azioni legali”.

La Tharros in un primo momento aveva paventato non meglio definite “azioni legali” nei confronti della terna arbitrale. Ieri ha infine comunicato di “aver avviato l’iter burocratico depositando un preannuncio di reclamo per posta certificata presso la FIGC Sardegna in relazione al recente referto arbitrale della partita Tharros-Calangianus. Con particolare attenzione alla squalifica di Simone Calaresu“.

“La società – prosegue il comunicato della squadra – si dissocia nettamente da insulti rivolti alla terna arbitrale, alla Federazione e alla squadra avversaria in particolare modo al suo Presidente. Riteniamo che i social non siano il luogo adatto per ottenere giustizia o alimentare odio e vendetta. L’intera società esprime solidarietà al giocatore Simone Calaresu per la pena inflitta ingiustamente e per l’attenzione mediatica negativa ricevuta. Siamo fermamente convinti che i fatti non siano accaduti secondo quanto riportato nel comunicato n.56 della FIGC Sardegna del 9 Novembre 2023. Restiamo fiduciosi nella risoluzione di questa situazione secondo la giustizia sportiva“. Evidentemente, le “azioni legali” annunciate il giorno prima non prevedevano un approdo al tribunale ordinario, ma un più “ordinario” ricorso al giudice sportivo.

Secondo indiscrezioni, sarebbero numerose le testimonianze che scagionerebbero il calciatore dall’aver compiuto il lancio della bottiglietta vuota. Ma spesso senza un supporto fotografico o video, le testimonianze contrarie ai referti arbitrali non consentono al giudice sportivo di rivedere le proprie decisioni.

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