Dehors e suolo pubblico, a Tempio è polemica. Per i bar il nuovo regolamento rischia di essere un salasso

I commercianti preoccupati per il nuovo regolamento.

È ormai alle porte la stagione estiva, ma a Tempio Pausania il nuovo Regolamento Cosap, ovvero quello per l’occupazione degli spazi e delle aree pubbliche, sta creando non pochi malumori alle attività commerciali cittadine. Le nuove regole, approvate a fine marzo, non sono una novità in quanto si tratta della conclusione del percorso avviato oltre due anni fa con il laboratorio di Rigenerazione urbana.

Alcune tensioni emersero già a suo tempo, dal momento che non tutti i commercianti concordavano sul nuovo corso intrapreso dall’amministrazione cittadina. Dopo attese e discussioni il nuovo regolamento è stato approvato poche settimane fa.

In città tutti concordano sull’esigenza di uniformare pedane, dehors e, in generale, tutto l’arredamento privato del suolo pubblico avuto in concessione. La propensione, però, si scontra con le cifre dei preventivi che diversi commercianti stanno ricevendo per procedere all’adeguamento richiesto. Anche per queste ragioni, diverse attività per il momento stanno posticipando l’installazione dei propri arredi.

Il regolamento, come discusso anche nel corso del Consiglio comunale del 28 marzo, prevede delle agevolazioni. Il terzo punto dell’articolo 27 parla di una riduzione del canone Cosap del 30% per i pubblici esercizi che hanno effettuato investimenti in linea con quanto indicato nelle schede tecniche e abaco del regolamento, per strutture leggere quali gazebo aperto, con corredo di tavolini e sedie. Non sono previste agevolazione per l’installazione limitata a tavolini e sedie. Per l’installazione di gazebo chiuso, invece, sempre il linea con il contenuto delle schede tecniche e l’abaco, la riduzione è pari al 50% su base annua, fino alla durata di 5 anni.

Va detto che non si tratta di incentivi ma, appunto, di agevolazioni. L’adeguamento agli standard, colori e materiali previsti dal Regolamento non è facoltativa. Proprio in questo caso le lamentele maggiori. “Noi concordiamo sull’avere una uniformità: è nel nostro interesse. Il canone Cosap viene ridotto di una percentuale considerevole ma, alla luce dell’investimento, l’esborso per molte attività rimane enorme. Avremmo bisogno di più tempo o di un maggiore sgravo sul canone”, dicono i commercianti.

Ed è proprio l’investimento, in alcuni casi, a non essere sostenibile anche con la riduzione delle tariffe dovute. In certi casi, con spese di alcune migliaia di euro e nonostante le somme comunque anticipate, l’investimento può essere ammortizzato nel corso di pochi anni. In altre situazioni, però, si parla di cifre a quattro zeri, con importi che data l’entità della riduzione potranno essere ammortizzati in periodi decisamente più lunghi. A questo si aggiungono in alcuni casi strutture già acquistate negli anni addietro che oggi sono fuori regola.

Non mancano, inoltre, di far discutere le contraddizioni tra l’adeguamento dovuto agli spazi ristoro e i tantissimi condizionatori installati sul granito nelle stesse aree zonali soggette, per alcuni, a costosi adeguamenti.

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