Il cinema in Sardegna in crisi: “Dalla Regione un anno senza bandi”

L’interrogazione del consigliere regionale Li Gioi.

Così il consigliere regionale del M5s Roberto Li Gioi, dopo la mozione presentata il 22 febbraio scorso, annuncia il deposito di una nuova interrogazione urgente al presidente Solinas e all’assessore alla Cultura Biancareddu per chiedere in che modo abbiano intenzione di procedere per sostenere il settore del cinema.

“Lo scorso 23 aprile, l’assessore alla Cultura Biancareddu assicurava che anche quest’anno sarebbero stati pubblicati i bandi per la promozione del cinema in Sardegna, precisando che tale pubblicazione sarebbe avvenuta solo dopo aver valutato se e come modificare la composizione ed il funzionamento della commissione tecnico artistica, e dopo aver adeguato i criteri dei bandi che necessitano di alcuni correttivi, come richiesto dagli stessi operatori”.

“Poiché – osserva Li Gioi – l’esigenza di modifica urgente dei criteri era stata segnalata dal sottoscritto in tempo utile per approntare un bando nuovo, inspiegabilmente, a tre mesi dalla fine dell’anno, con rammarico mi preme constatare che non solo non si è proceduto ad apportare i correttivi necessari alla stesura di un bando rispondente alle esigenze delle produzioni cinematografiche sarde, ma che addirittura non è stata pubblicata neanche la versione standard dello stesso, lasciando privo di sostegno uno dei settori più colpiti dalla pandemia”.

“Le misure restrittive necessarie a contenere la pandemia hanno danneggiato gravemente il comparto del cinema e tutte le componenti della filiera. Nella nostra regione numerosi organismi del cinema e dell’audiovisivo hanno sofferto e stanno ancora soffrendo questo duro periodo. Già lo scorso febbraio chiesi che si provvedesse ad una più equa ripartizione delle risorse regionali destinate al comparto, da attuarsi attraverso la revisione della legge regionale numero 15 del 20 settembre 2006 ‘Norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna’, che presenta diversi punti anacronistici che devono essere adeguati alle nuove esigenze e alle nuove normative nazionali e regionali”.

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