Il consumo di suolo della Gallura ha registrato una crescita maggiore nel 2016.
Secondo una ricerca dell’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, da novembre 2015 a maggio 2016, sul territorio italiano sono stati consumati quasi 30 ettari di suolo al giorno. Questo dato rappresenta ben 5 mila ettari di territorio nazionale. Sembra che il cemento stia stato utilizzato in grandi quantità. Un ruolo fondamentale è dato dall’espansione urbanistica, dalla valorizzazione del centro storico delle città e quella delle periferie. In poche parole, nuovi insediamenti determinano la costruzione di nuove abitazioni e di nuove strade. Dunque, altre colate di cemento.
I dati fanno riferimento al periodo che va dagli anni ’50 al 2016, con la previsione per il 2050. Secondo quanto si apprende dalla ricerca, è aumentato il consumo di suolo nazionale che è passato dal 2,7 % al 7,6 % con un incremento del 184 %. Nonostante i recenti fatti di cronaca, vaste colate di cemento continuano ad interessare anche zone ad alta pericolosità sismica, idraulica, da frana e fascia costiera. Non da meno anche le aree protette e i parchi nazionali come nell’Arcipelago di La Maddalena. I comuni italiani nei quali si registra una crescita percentuale maggiore delel superfici artificiali comprende la provincia di Olbia – Tempio, e in particolare il comune di Oschiri, con una percentuale del 7,4.
Nel 2016, sulla nostra isola sono stati utilizzati ben 239 ettari di territorio. Un incremento dello 0,26 rispetto al 2015. Ogni cittadino, in pratica, ha consumato 545 metri quadrati di suolo. Circa il 4 % rispetto all’intera isola. L’area che registra una crescita maggiore nel 2016 è la Gallura con 7,8 metri quadrati per cittadino. Cio che allarma di più è la crescita dello 0,25 %, più alta di quella del territorio nazionale.