La storia dell’ex centravanti dell’Olbia Casu.
Sebastiano Casu è stato uno dei più genuini talenti del calcio olbiese. “Giocavamo nei campetti di periferia”. Tornei infuocati tra squadre di quartiere. “La nostra si chiamava “Gli undici falchi”. Ero il centravanti“. Lo scopre Francesco Sotgiu, storico talent scout dell’Olbia. “Avevo 14 anni. Ricordo i suoi discorsi improntati all’educazione, al buon andamento scolastico e, infine, alla pratica del gioco del calcio“. Il primo allenatore di Sebastiano è Vittorio Petta. “Categoria allievi. Mi ha fatto crescere tantissimo”. A tal punto che Roberto Franzon lo fa esordire in Serie D a 16 anni: “Vincemmo 2 a 1 a Orbetello. Feci il primo gol dopo aver dribblato 4 avversari. Di Cerasani la rete decisiva. Il mister mi regalò la “standing ovation”: ho ancora i brividi”.
Renato Caocci lo plasma nella formazione Berretti poi un passaggio al Tavolara con in panchina Franco Marongiu. “Che emozione la convocazione nella Nazionale dilettanti !”. Il ritorno in pianta stabile all’Olbia per 6 anni memorabili tra D e C. Con un faccia a faccia indimenticabile. “Luras: Coppa Italia contro la Torres. Restammo in 10 e per 20 minuti dovetti marcare Zola: ancora mi gira la testa. Comunque vincemmo 2 a 1″. Arriva una proposta seria dal Continente. “La Massese mi offrì un triennale in C2″. La tentazione è forte, ma da Calangianus arriva la chiamata di Sergio Bagatti, allora tecnico dei giallorossi. “Furono 5 anni magnifici di cui 3 da capitano. Con i dirigenti ci mettemmo d’accordo con una stretta di mano. Un ambiente unico. Il “Signora Chiara” sempre gremito. Ricordi incancellabili”.
La rottura dei legamenti interrompe la favola calcistica di Sebastiano. “Ai miei tempi dopo pranzo si scendeva in strada per giocare a pallone. Oggi i ragazzi hanno mille distrazioni. Ma per riuscire nel calcio ci vuole quella passione“. Nel 2010 Sebastiano è parte attiva delle “Vecchie Glorie” che contribuiscono alla salvezza dell’Olbia con Pino Scanu presidente. “Un grande onore”. Cosa eliminerebbe dal calcio di oggi? “Non ho dubbi: i procuratori. Hanno ucciso l’attaccamento alla maglia”. Quello che aveva il cuore bianco di Sebastiano Casu.