Giovane di Olbia morto per overdose, gli amici: “Con la prostituzione non c’entra”

La morte del giovane accusato di essere coinvolto nel giro di prostituzione minorile a Olbia.

A Olbia c’è chi non crede che Eduard Mihai, il giovane trovato morto per un’overdose di cocaina la notte tra il 17 e il 18 gennaio in un hotel di Firenze,fosse uno dei 2 protagonisti del grande giro di prostituzione minorile che si era allargato oltre ai confini della Sardegna.

Sui social tanti i commenti di cordoglio, soprattutto da parte di chi non crede alla versione dei fatti, dove il ragazzo assieme alla compagna, avrebbe gestito un giro di giovanissime costrette a prostituirsi in cambio di pochi spiccioli. “Era un ragazzo dolce, intelligente ma purtroppo molto sfortunato. Non mi va di giudicare, mi metto solo nei panni di una madre distrutta dalla perdita di un figlio”, spiega una sua conoscente. “Un bravo ragazzo che frequentava anche l’oratorio”, si legge ancora sui social.

Tra loro c’è anche S. una sua amica di 19 anni. “Non credo che le cose siano andate come sono scritte – spiega -. Quando l’ho conosciuto avevo 14 anni e lui 17, avevamo iniziato a frequentarci un po’, solo che per la distanza alla fine avevamo mollato tutto. Dentro era un ragazzo pieno di emozioni, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per chiunque, ne sono certa, solo che è stato deluso da molte relazioni. E’ sbagliata l’età, ha 22 anni non 20, può sembrare una piccolezza, però si evidenzia anche da questo la poca conoscenza della persona”.

Mihai era caduto nel giro della dipendenza della droga. “Non so effettivamente come siano andate le cose per quanto riguarda quel giro di prostituzione – prosegue -, ma so che aveva iniziato a fare uso di sostanze pesanti per il problema della fiducia, ne avevamo parlato. Ma non spacciava, la prendeva e non so nemmeno come, da chi e quando. Gli avevo consigliato di spendere i soldi in attività che gli avessero dato un profitto, anche semplicemente investendoli. Ne stavamo parlando, solo che la dipendenza è una brutta bestia, e non basta un discorso motivazionale o un’alternativa detta così per fargli cambiare idea”.

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