Molesta gli studenti minorenni alla fermata del bus, denunciato a Olbia

L’uomo si recava ogni mattina alla fermata dell’autobus.

Molestie a ragazze e ragazzi minorenni alla fermata del bus, dove aveva iniziato a recarsi ogni mattina in attesa dell’arrivo degli studenti frequentanti il corso IeFP triennale di acconciatore con sede a Olbia all’interno dell’Aeroporto della Costa Smeralda. Grazie però al coraggio degli allievi, alla rete con tutor e personale docente oltre che all’intervento essenziale delle forze dell’ordine, questo brutto incubo è finito con la denuncia, da parte dei carabinieri, di chi li importunava.

I fatti sono iniziati il 25 novembre, giorno in cui a livello internazionale si punta l’accento contro la violenza sulle donne. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, ha molestato verbalmente e non solo gli studenti minorenni facendosi trovare alla fermata del bus alle otto del mattino, conoscendo quindi l’orario di arrivo per recarsi a lezione. A quel punto gli studenti coinvolti hanno raccontato i fatti che si erano già reiterati diverse volte al personale dell’Agenzia, facendo sì che questi si attivassero per tutelare i ragazzi. Tutor e docenti hanno infatti deciso di farsi trovare a loro volta alla fermata del bus ogni mattina affinché potessero prevenire eventuali molestie e dare un supporto ai ragazzi in questa incresciosa situazione. Questo è accaduto fino ai giorni scorsi in cui l’aggressore ha tentato di nuovo di molestare una delle ragazze e, in tale frangente, è stato fotografato da una compagna di classe. Le immagini sono finite al vaglio dei carabinieri che erano già stati allertati dai docenti, i quali hanno poi provveduto all’arresto del soggetto.

“Gli alunni erano spaventati ma hanno avuto coraggio – spiega Mario Rama, uno dei docenti di Formatica – quando mi hanno raccontato quanto fosse accaduto mi si è accapponata la pelle. Ho pensato subito che non fosse giusto che degli adolescenti dovessero subire queste cose solo perché stavano prendendo un autobus. Ho consigliato loro di stare molto attenti, di fare caso ai movimenti del molestatore e di stare in gruppo, soprattutto fuori dalla classe escogitando una strategia che permettesse loro di avere gli altri sempre sott’occhio e di agire non appena avessero rivisto qualcosa che non andava. Mi hanno dato ascolto e hanno seguito i miei consigli. Durante tutta la settimana io, l’altra docente e il tutor ci siamo dati i turni per fare le ronde proprio durante le ore in cui passano i diversi autobus che portano i ragazzi a scuola, per scongiurare che potesse riaccadere e in tal caso agire subito”.

La scuola di formazione ha dovuto affrontare, oltre alla situazione incresciosa, anche le conseguenze psicologiche che questa ha comportato. Per questo motivo, traendo spunto dall’accaduto, è stato effettuato con i 18 allievi della classe un lavoro collettivo di elaborazione e di confronto, affrontando temi come quello del rispetto reciproco, della parità di genere, del mutuo aiuto nelle situazioni di elevata difficoltà. “Quanto accaduto non ha giustificazione – commenta il referente del corso Vincenzo Lo Russo – rimane sempre l’amaro in bocca di fronte a queste situazioni e spesso quel senso di impotenza ci pervade, ci blocca e non ci permette di ragionare con lucidità e trovare le soluzioni più adatte. Questo però è l’esempio che l’ascolto e la propensione a fare la cosa giusta è sempre preferibile. Questa storia ci insegna che le cose cominciano a cambiare. Ci insegna come non ci sia vergogna nel raccontare di avere subito violenza, e denunciare e oggi i ragazzi hanno dato davvero un bell’esempio”.

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