Quindicenne violentata in Gallura e perseguitata dal collega rumeno di suo padre

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Violentata e perseguitata da un collega di suo padre, l’incubo di una 15enne in Gallura.

Una quindicenne sarebbe stata violentata da un collega rumeno di suo padre in Gallura. Il 35enne, ha provato a difendersi dalle accuse di violenza sessuale, adescamento di minore e atti persecutori. Ma è stato giudicato colpevole dal tribunale di Cagliari, che lo ha condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione, mentre il Pm ne chiedeva 6. La condanna è stata confermata in appello.

L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe perseguitato la quindicenne per numerosi mesi, prima chiedendole continui aggiornamenti su dove si trovasse, chiedendo screenshot delle sue conversazioni con il fidanzatino e minacciandola che avrebbe fatto male a quest’ultimo, se non avesse collaborato. Minacciando anche che avrebbe fatto licenziare suo padre. Infine, obbligandola a mandargli foto di lei nuda, mentre lui le inviava alle proprie. In una occasione l’avrebbe anche violentata.

L’incubo per la ragazzina è finito nei giorni scorsi. In primo grado è stata condannata anche la moglie del rumeno per violenza privata. Per lei i mesi di reclusione sarebbero 4, ma la pena è stata sospesa. Ma come si legge su La Nuova Sardegna, la difesa del rumeno ha già preannunciato che farà ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Cagliari.

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