Il settore del turismo in Gallura in ginocchio, più di 3mila lavoratori in cassa integrazione: “Serve un tavolo per ripartire”

L’analisi della Cgil sulle prospettive del turismo in Gallura.

La Gallura vive un momento difficile. La Filcams Cgil, la categoria che segue i lavoratori di commercio, alberghi, mense e servizi, a oggi ha ricevuto richieste di esame congiunto, per l’attivazione dei vari ammortizzatori sociali con la causale covid-19, da parte di 455 aziende per 3304 lavoratori interessati.

L’intero comparto del turismo, del commercio e dei servizi è in ginocchio. Si salvano il food nel commercio e i servizi essenziali nei servizi. Ai già annosi problemi irrisolti, quali la difficoltà nei trasporti e le carenze infrastrutturali, si è aggiunta la pandemia, fenomeno imprevisto ed imprevedibile che rischia di dare il colpo di grazia ad un settore strategico e primario per l’economia gallurese, quale è quello del turismo, che ricordiamo rappresenta o comunque rappresentava fino a qualche mese fa il 12% del Pil in Sardegna.

“È chiaro che c’è la necessità di far ripartire l’economia in generale nel nostro Paese e in particolare, per quel che ci riguarda, nella nostra Gallura, territorio in prevalenza a vocazione turistica, da sempre considerato la locomotiva della Sardegna”, afferma Danilo Deiana, segretario generale Filcams Gallura.

Nel 2019 gli arrivi in Sardegna sono stati 3 milioni e mezzo (7,8% in più sul 2018) e le presenze 15 milioni 800 mila (+5,2% sul 2018). Arzachena si conferma la prima destinazione per le presenze in Sardegna (1 milione 221 mila) e Olbia la terza (quasi 900 mila). “Oggi più che mai è necessaria un’azione collettiva con nuovi modelli economici e sociali, che riparta dalla centralità della persona. La ripresa delle attività produttive deve essere graduale e prima delle riaperture è necessario sfruttare questo momento di lockdown per creare nuovi protocolli e nuove linee guida, mettendo al centro la salute e la sicurezza di tutti – lavoratori, datori di lavoro, clienti – attraverso la predisposizione di piani di sicurezza rispondenti alle esigenze di contenimento dei contagi covid-19, e in particolare entrando nello specifico delle singole diversificate realtà”, afferma Deiana.

“La salute rimane a prescindere da tutto il bene primario e imprescindibile per il singolo e per l’intera collettività. È bene dunque in questo momento storico concentrarsi sul come avverranno le riaperture e non sul quando – prosegue Deiana -. È necessario puntare per questa stagione almeno sul “turismo domestico” ovvero quello dei turisti italiani che rimangono in Italia, magari anche attraverso l’utilizzo di bonus vacanze”.

Secondo il segretario della Filcams “sarebbe anche utile se la tassa di soggiorno già presente in diversi comuni della Gallura venisse trasferita direttamente alle imprese turistiche e sarebbe opportuno un abbattimento dell’Imu per l’anno 2020”. Insomma, per il rappresentate dei lavoratori è necessario un tavolo tecnico, una cabina di regia a livello regionale, provinciale e territoriale con tutti i soggetti attivi, per discutere su come ripartire e non solo su quando.

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