Bambino strappato al padre, dal video straziante allo scontro tra il Comune di Loiri e il ministro Salvini

Il caso del video del bambino strappato al padre.

“Papà scusami, ti chiedo perdono, io voglio stare con te”. Le parole si sentono nel video. Le pronuncia un bambino in lacrime, mentre le assistenti sociali cercano di intervenire. Un video che, nel pieno della vicenda di Bibbiano, il vicepremier Matteo Salvini ha condiviso sui social scandito con un commento: “Terrificante. Solo pochi anni fa, in provincia di Sassari, un bimbo veniva strappato da suo padre e mandato, tra le urla, in una casa famiglia. Chissà quanti altri piccoli hanno subito atrocità simili…”

Il ministro non cita mai il paese dove si svolge la vicenda. Ma ad un certo punto, nel video, si sente dire: “Ti giuro. Non andiamo a Porto San Paolo. Te lo prometto”. Una frase che ha trasformato una vicenda dai contorni fumosi in una gogna mediatica verso il Comune della Gallura. E costretto il sindaco del paese Francesco Lai ad intervenire, tuteleandosi in tutti modi.

Tra cui la decisione di incaricare i suoi legali per avviare un’azione giudiziaria nei confronti di diversi soggetti, tra cui lo stesso ministro dell’Interno, “per le dichiarazioni diffamatorie rese sui social network attraverso la pubblicazione di un post e la condivisione di un video che accosta, in modo fuorviante, un delicato caso di affido familiare temporaneo nel comune di Loiri Porto San Paolo al Caso Bibbiano, oggetto di una inchiesta della magistratura”.

L’ente, fa sapere, ha inviato anche una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “con la quale chiede un intervento in virtù del suo ruolo di garante della Costituzione e delle istituzioni”. Un braccio di ferro solo alle battute inziali, quindi. Che potrebbe presto trasferirsi, però, nelle aulee dei tribunali.

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