La Diocesi di Tempio: “Festa del Primo maggio macchiata da morti sul lavoro”

incidenti lavoro Olbia

Il Primo maggio visto dalla Diocesi di Tempio Ampurias

Il Primo maggio visto dal diacono Miuccio Demontis, vicedirettore della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi Tempio-Ampurias. Pubblichiamo integralmente il suo intervento.

“Ancora una volta il Primo Maggio, San Giuseppe Lavoratore, festa di tutti i lavoratori, è macchiata da una scia di morti sul lavoro. La lista si allunga sempre più, morire sul luogo di lavoro è un fatto disumano, se pensiamo che la donna e l’uomo vanno al lavoro per far si che la comunità intera possa vivere e progredire, vivere in democrazia, nel rispetto di tutte le componenti presenti nel mondo variegato del lavoro, da chi fa impresa a chi gestisce il lavoro a chi effettivamente lo svolge”.

“I lavoratori devono essere, sempre più, consapevoli dei propri doveri, oltre che delle loro aspettative. Il dovere principale è indubbiamente quello di porre al primo posto l’attenzione per la propria vita ma anche degli altri lavoratori presenti. Il datore di lavoro deve far si che le condizioni dei luoghi di lavoro siano ineccepibili sotto tutti i punti di vista, garantendo al lavoratore anche la partecipazione attiva alla vita dell’azienda, non considerandolo solo un punto di “forza lavoro”. Una più ampia conoscenza e coscienza nel porre in atto le leggi che regolano la sicurezza nei luoghi lavoro sarebbe auspicabile. I sindacati dei lavoratori, ma anche degli imprenditori dovrebbero chiedere alla politica più attenzione nel produrre Decreti Legislativi, che alle volte dicono tutto e il contrario di tutto. Avvalorando il detto fatta la legge… trovato l’inganno“.

Il Papa e i vescovi

“Forse è arrivato il momento di inserire nei curricula scolastici di ogni ordine di scuola una materia che insegni , ma soprattutto faccia riflettere sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Come ricorda Papa Francesco in Fratelli tutti“, ‘il grande tema è il lavoro. Cio che è veramente popolare, perché promuove il bene dei popolo, è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità. La sua iniziativa, le sue forze'”.

“In ultimo un pensiero al “lavoro dignitoso“, questo vuol dire una remunerazione giusta del lavoro. vuole anche dire un sistema previdenziale più giusto e trasparente, questi indicatori sono segnali sicuri di giustizia di tutto il sistema socioeconomico. Sicuramente , come dicono i nostri Vescovi , in occasione del 1° maggio 2024 – festa di San Giuseppe Lavoratore– ‘bisogna colmare i divari economici fra le generazioni e i generi. senza dimenticare le gravi questioni del precariato e dello sfruttamento dei lavoratori immigrati, Fino a quando non saranno riconosciuti i diritti di tutti i lavoratori, non si potrà parlare di una democrazia compiuta nel nostro Paese. A questo compito di giustizia sono chiamati anche gli imprenditori, che hanno la specifica responsabilità di generare occupazione e di assicurare contratti equi e condizioni di impiego sicuro e dignitoso’.

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