Alternanza scuola-lavoro, nell’isola ora c’è il boom

Grande successo per il progetto alternanza scuola-lavoro

Inizialmente non ha accolto molti consensi ma il progetto è andato avanti comunque. E’ diventato obbligatorio dopo l’approvazione della legge 107. Si parla di alternanza scuola-lavoro. E’ un’idea scelta per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. Un accostamento graduale da dilazionare nell’arco di un triennio. Gli studenti dei licei sono tenuti a maturare un minimo di 200 ore, mentre sono 400 per quelli degli istituti professionali.

L’intento è di cancellare il divario tra lo studio e l’impiego, fornendo informazioni utili per scegliere un percorso lavorativo. Ma anche per indirizzare gli studi universitari verso una meta precisa. Tra i rischi c’è quello di affidarsi alle persone, per cosi dire, sbagliare. In Sardegna è già successo ma non dovrebbe più accadere. Almeno da quanto dichiarano i responsabili dell’ufficio scolastico regionale.

La Dott.ssa Elisabetta Cogotti dell’ufficio scolastico regionale, garante del progetto in Sardegna commenta il progetto. Cogotti afferma che si tratta di una metodologia didattica utile ai ragazzi per comprendere la differenza tra la scuola e il lavoro. Non ci sono controindicazioni e nessuno si deve preoccupare, è uno strumento che non distoglie l’attenzione dallo studio. Anzi tutto il contrario.

E’ già tutto inserito nei protocolli firmati con le Università di Sassari e Cagliari, con Legacoop, Confartigianato e con la sezione di Confindustria dedicata ai giovani imprenditori. Ci sono anche gli accordi sanciti con le compagnie di trasporti Moby e Tirrenia mentre sono in arrivo quelli con l’ordine dei consulenti del lavoro, con le Curie dell’isola e con le Camere di commercio.

Cogotti spiega che l’alternanza scuola lavoro non dovrebbe concludersi in un’unica esperienza ma è stata immaginata per essere in grado di variare nel tempo e abbracciare il maggior numero di possibilità. Chi prova a mettersi in gioco in un ristorante potrebbe anche provare la vita lavorativa in una multinazionale. Si tratta di esperienze che offrono una visione più ampia del mondo del lavoro. Inoltre, i ragazzi richiedono nuove capacità per essere competitivi.

La responsabile del progetto parla anche di fallimenti. Spiega che per il momento non è stata ricevuta alcuna segnalazione.  Cogotti dice che non tutti gli insegnanti sono uguali e si impegnano allo stesso modo per trovare soluzioni adatte. Per far fronte ai rischi sono state individuate alcune contromisure. La responsabile aggiunge che le scuole devono verificare i progetti mentre l’ufficio scolastico regionale riceve le segnalazioni dei ragazzi che intendono tirarsi indietro. Inoltre i progetti di alternanza possono essere chiusi in qualsiasi momento.

Il rischio però è sempre molto alto. Per questo è pronto un vademecum per le aziende che può insegnare i comportamenti più adatti al fine di accogliere gli studenti. L’obiettivo è di evitare gli esempi di sfruttamento denunciati dal 2003, anno di esordio del progetto. Attualmente gli studenti sono impegnati in giro per l’Italia nella pulizia dei frantoi, nella raccolta delle cozze e dei pomodori.

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